IN RISPOSTA ALL’ULTIMO COMUNICATO DI 4 EX CONSIGLIERI

Affidata ancora al social Facebook la risposta di Mattei ai consiglieri di maggioranza dimissionari.

C’è un punto cruciale in questa storia che ha cambiato tutto e ha di fatto creato due gruppi. La consapevolezza (provata) che qualcuno era ufficialmente in maggioranza ma si metteva d’accordo con la minoranza per far mancare il numero legale in Consiglio aprendo una stagione di posizioni ambigue. E’ per questo che ad un certo punto non ha avuto più senso fare riunioni di “maggioranza”. E l’ho detto. Si sperava che almeno ci si mettesse d’accordo sulle questioni più importanti visti i tempi brevi di attesa per le nuove elezioni, essendo ormai chiaro che tra i due gruppi non c’era più sintonia. Le mie spiegazioni di fronte ad ogni questione aperta sono sempre state respinte in maniera prevenuta, sostanzialmente nessuno le voleva, perché ero diventato il “nemico”. E questo ha indubbiamente allargato il solco che si era creato.

Certo, può essere capitato che qualche volta la giunta si convocasse all’ultimo momento per difficoltà tecniche visto che bisognava far coincidere tutto con i tempi dei segretari chiamati a scavalco, non avendone noi uno in pianta stabile. Ma sono anche successe curiose cose come chi si sedeva precisando al contempo di essere assente o che votasse contro un progetto di partecipazione ad un bando di richiesta contributi “per non levare risorse ad altri comuni”, e varie. Pretesti e provocazioni. “L’importante non è che tu capisca, ma che tu ci metta il faccino” non l’ho mai detto a nessuno in vita mia. E su questo come su altre accuse tendenti a rappresentarmi in maniera del tutto distorta mi affido ciecamente al giudizio di chi mi conosce da una vita intera, i santangelesi.

Mi dispiace dover intervenire ancora perché, chiarito che siamo da tempo su strade diverse, sarebbe il momento di ragionare politicamente di futuro, ciascuno per conto proprio.

Rispondo punto per punto alle questioni sollevate nell’ultimo comunicato dai consiglieri di maggioranza dimessi.

1) Operazione verità – Per far uscire tutte insieme le somme dovute per conti rimasti in sospeso da anni relativi alla fornitura di acqua pubblica dell’ex Consorzio idrico sabino (e non Acea) e per rimborsi all’Atac (dovuti giustamente per le assenze dal lavoro di amministratori-dipendenti) è stato necessario asciugare vari capitoli di bilancio (visto che quelli accantonati erano solo una piccola parte) creando sofferenza all’attività amministrativa ordinaria, oltre che spendere altri soldi di avvocati. Non mi pare questione di poco conto, perché significa limitare fortemente la capacità di spesa di un ente. Altro che “tutto a posto”.

2) Potevo fare solo ordinaria amministrazione? – Se un facente funzioni può revocare e nominare assessori e se non sono posti limiti alla sua azione significa che i poteri sono pieni, e non di ordinaria amministrazione. Del resto essere a capo di un’amministrazione è responsabilità (anche se per breve tempo), nel senso che si risponde di tutto ciò che si firma.

3) La parcella dell’avvocato – Il motivo addotto per la richiesta di rinvio (ovvero controllare l’importo) è scritto nel verbale della seduta di giunta, redatto dalla segretaria comunale. E non credo che abbia capito male perché è quanto hanno capito anche gli altri assessori. Del resto l’atto, confezionato dagli uffici e corredato di relativi pareri tecnici, era depositato e consultabile già da due giorni. Confermo che non sia un punto focale la questione dell’iscrizione dell’avvocato alla lista dell’Ente: sia perché a me risulta che sia precedente al preventivo, sia perché la suddetta iscrizione non è comunque necessaria per la nomina di un avvocato di fiducia.

4) Il motivo della revoca dell’assessore – I posti dei dipendenti che servirebbero in pianta organica risultano ancora vacanti perché il piano organizzativo che li prevede (il Piao) può essere adottato solo dopo l’approvazione del bilancio, e la nostra proposta di farne uno provvisorio per consentirlo (un’opzione possibile secondo la nostra interpretazione, messa in atto da altri Comuni) non è stata avallata dal segretario. Dell’articolo 90, invece, si discute sin da quando c’era ancora Attilio, motivo per cui non è credibile che ora possa diventare improvvisamente motivo di revoca, che invece è avvenuta al culmine di una serie lunga di attacchi e posizioni strumentali. Il rapporto di fiducia era definitivamente rotto. Poco importa in questo contesto il refrain del consigliere più votato. Che poi, tra l’altro, i voti sono dei cittadini ovvero sono crediti di fiducia che bisogna onorare giorno per giorno. Ovviamente vale per voi e vale per noi.

5) La nuova nomina – La nomina di Eleonora è stata fatta a norma del Tuel, articolo 47 comma 4. L’articolo dello Statuto comunale non può andare in contrasto con la legge, in quanto è noto che i regolamenti non possono essere incoerenti con normative di rango superiore, come il Testo unico sugli enti locali (Tuel). Dirlo al momento opportuno sarebbe stata occasione di studiare il caso e risolverlo lavorando sullo Statuto. Dipanare la matassa sarebbe stato utile per definire la questione, per il presente e per il futuro. Un’occasione mancata.

6) Articolo Tiburno e rinvio triennale opere pubbliche – Non ho mai e poi mai chiesto a Tiburno di scrivere nessun articolo. Affermarlo come una verità è davvero sconcertante. Oltre che illogico, visto il contenuto. Il rinvio del punto sul programma triennale dimostra soltanto che era una richiesta ragionevole, tanto che non è stato nemmeno messo ai voti: quel punto, in effetti, era stato inserito all’ordine del giorno all’ultimo momento ma era tranquillamente differibile. Ho detto che era una semplice segnalazione delle opere previste nel triennio, ma non ho avuto niente da ridire sul fatto che qualcuno volesse leggerlo meglio.

7) Pubblicazione iniziative – Non ho mai impedito di pubblicare annunci di iniziative, su cui hai sempre avuto ampia libertà con il solo patto che ne fossi informato (esattamente come era stato quando c’era Attilio). Nel solo caso del video di cui parli (relativo ad un evento avvenuto due mesi prima), tu, correttamente, prima me lo hai fatto vedere. Io ho detto che, secondo me, non era il caso perché erano ripresi molti volti di bambini e forse sarebbe stato necessario avere la liberatoria da ciascuna famiglia per non incorrere in problemi. Mi pare che tu fossi d’accordo. Perché ti limiti a menzionare solo una semplice battuta finale? Non c’è stato nessun altro caso in cui abbia posto ostacoli o rilievi alla pubblicazione di qualcosa.

8) Azioni denigratorie e decisioni in sede privata – Di azioni denigratorie ricordo quelle contenute in un post in cui si elencavano una serie di presunte irregolarità attribuite a me di cui si dichiarava di non voler essere “complice” (una parola che, secondo il dizionario Treccani, definisce “chi prende parte, attiva o secondaria, con altri nell’esecuzione di un’azione criminosa o moralmente riprovevole”). Non esistono le decisioni che si prendono in sede privata (dove ciascuno può confrontarsi e parlare con chi crede), visto che i luoghi deputati sono la giunta e il consiglio, dove ciascuno dei membri può votare come crede o aprire tutte le discussioni che crede, se hanno un fondamento.

9) Salvaguardia legalità e trasparenza – Si torna ancora a porre l’accento su presunte illegalità. Mi sono davvero stufato di chi usa parole diffamatorie senza dire di quali illegalità si parla. Invito tutti ad abbassare i toni e a riportare le questioni sulla concretezza e sul confronto. Lì mi troverete, magari animoso sulla difesa delle mie posizioni. Ma lì mi troverete.

10) Tasse e tariffe – Non servono spauracchi, ma la riflessione sì. Per esempio su un caso concreto che si stava affrontando proprio in questo periodo per cercare di drenare gli aumenti sulla Tari lavorando sul Bilancio. Lo espongo ai cittadini. Come si sa siamo in proroga sul servizio perché l’appalto è arrivato a scadenza ed è stata avviata la nuova gara. Nuova gara che, sulla base del capitolato commissionato e acquisito dalla passata amministrazione, per il quale è stata liquidata una parcella di circa 30 mila euro (sui quali, mi permetto di aggiungere, non ho visto fare nessuna verifica di congruità rispetto al lavoro fatto), comporta un costo del servizio aumentato di circa 200 mila euro, quindi più 20%. La Tari è un servizio che si autofinanzia: lo pagano gli utenti sostanzialmente dividendosi le spese. E non possono essere aggiunte altre risorse. Ne consegue che se aumentano i costi aumenta la bolletta nella stessa misura. Ora, che l’aumento sia inevitabile è un fatto perché i costi crescono con gli anni. Ma c’è qualcosa che una buona amministrazione può fare per contenerli il più possibile, e su cui si stava lavorando proprio in sede di composizione del Bilancio con un’importante correzione alle impostazioni finora utilizzate. Che è questa: convogliare, come peraltro impone la legge e come fanno gli altri Comuni, sui conti Tari tutti i recuperi incassati che finora sono stati invece aggiunti alla spesa corrente. Ciò pagherebbe in parte la differenza, portando proporzionalmente verso il basso le bollette. E se negli anni si promuovesse anche una corretta politica ambientale potremmo avere addirittura la sorpresa di vederle diminuire. Solo un esempio della forza propulsiva maggiore che può avere un’amministrazione dei cittadini per i cittadini rispetto ad una gestione commissariale che poi è anche di pochi mesi. Al commissario, che mi ha dato la netta impressione di una persona attenta alle istanze della comunità, i migliori auguri di buon lavoro.

Concludo con un invito sincero rivolto all’altro gruppo: ripartiamo dalla politica, per carità ognuno con la sua visione. Diamo ampia disponibilità per qualsiasi confronto pubblico. Potrebbe essere utile anche per una serena campagna elettorale.

Ottorino Mattei