Tivoli, via Palatina, Sala Roesler Franz
Entrata Libera
Dal 15 al 31 ottobre 2016
Inaugurazione ore 19.00
Opere Francesca Zingaretti, diploma di grafica pubblicitaria, passione per la pittura, che vorrebbe trasformare in professione e, in questo caso, una particolare analisi delle fiabe: come sono sui libri e come sono state trasformate dal cinema.
Ecco le sue riflessioni.
Ebbene si, anche io faccio parte di una qualche generazione tra le tante, cresciuta e coccolata dalle storie degli epici classici Disney, sempre a lieto fine.
Quelle principesse a volte indocili, a volte svegliate dal bacio di qualche principe, mi hanno sempre affascinato, e ammetto che ne vado pazza tutt’ora, pur non essendo più un’arzilla cinquenne.
Ma al di là delle rassicuranti Favole Disney, c’è un’altra verità, molto più amara.
Non tutti sanno che le fiabe VERE, quelle da cui sono tratti i grandi classici di Walt, con la Disney hanno ben poco a che fare, restano ben lontane dal tanto sperato LIETO FINE.
Le fiabe Disney ci raccontano storie riadattate, in cui sappiamo con quasi immediata certezza che la principessa verrà salvata dal principe che la sposerà subito dopo.
Questo certezza ci è anche data dal fatto che oggi come oggi, le fiabe sono riservate ad un pubbico di bambini, mentre un tempo non era così, le fiabe erano si per i bambini, ma prevalentemente servivano ad intrattenere gli adulti.
Teniamo bene a mente inoltre, che sicuramente i bambini di 300 e più anni fa, non sono gli stessi di adesso, e certamente all’epoca non esisteva la ferrea signora censura, così come la conosciamo oggi.
Sarà forse per questo motivo che le fiabe originali sono amare e violente, ma soprattutto ricche di morali e significati che vanno al di là della sconfitta del nemico e del bacio salvatore del principe come Disney insegna, difatti “La Sirenetta” non sposò mai il bel principe, “Biancaneve” uccise la matrigna, e non ci fù nessun bacio a rompere l’incantesimo della mela.
Nessun bacio sveglio “La Bella Addormentata”, il principe che arriva a cavallo del suo destriero, e con la forza del suo solo amore bacia e salva la principessa sconosciuta (e a volte pure morta), è una mera prerogativa dell’immaginario Disney.
La principessa uccise il ranocchio disgustoso, dopo che questi gli aveva recuperato la palla d’oro, nell’omonima fiaba de “La Palla D’oro”, anche conosciuta come “Il Principe Ranocchio”.
In una delle prime versioni della favola di “Cappuccetto Rosso” nessun cacciatore arrivò in soccorso della bimba e della nonna. Solo successivamente, ritenuta esclusivamente una fiaba per bambini troppo cruda così com’era, inclusero nel racconto il cacciatore o il boscaiolo o Geppetto o chicchessia.
Cappuccetto insomma, doveva sopravvivere, anche se aveva disobbedito alle raccomandazione della madre.
Le sorellastre di “Cenerentola” sono tanto fighe quanto stronze.
Le differenze sono abissali.
Qui non si tratta più di semplici Fiabe per bambini, ma di vere e proprie storie con delle morali e conseguenze.
E’ questo lo scopo che vorrei raggiungere nella mia Personale, narrarvi la ‘realtà’ di queste fiabe, che non sono sempre a lieto fine, è vero, le protagoniste di questi racconti sicuramente non otterranno il tanto agognato amore del principe azzurro, ma forse riescono ad ottenere qualcosa di più importante…