Il quotidiano gratuito Dentro Magazine ha seguito attentamente il convegno del 12 maggio al castello Orsini-Cesi ed ha dedicato un articolo alla manifestazione.
Difendere i beni culturali e le aree protette a Sant’Angelo Romano
Un convegno sul rilancio socio-economico di Sant’Angelo Romano presso il Castello Orsini-Cesi
Preservare, tutelare e sviluppare: queste le tre azioni che la Comunità locale e l’Amministrazione Comunale di Sant’Angelo Romano devono impegnarsi a compiere per salvaguardare l’integrità del patrimonio storico-naturalistico. E questo è quanto emerso dal convegno “L’importanza sociale dei beni e delle aree protette di Sant’Angelo Romano”, organizzato dall’Associazione Nazionale Sociologi, in collaborazione con la Cooperativa sociale “Maggio 82”, presso il Castello Orsini-Cesi sabato 12 maggio. Obiettivo dell’evento quello di sensibilizzare la Comunità locale sulle potenzialità delle ricchezze storico-naturalistiche del territorio come volano di sviluppo socio-economico. Il territorio di Sant’Angelo Romano sorge sui Monti Cornicolani ed è circondato da due aree protette: la Collina di Poggio Cesi e la Macchia di Gattaceca e del Barco, che comprende il Pozzo del Merro. Come racconta il naturalista Marco Giardini, in queste aree sono presenti molti tipi di vegetazione e una straordinaria varietà di fauna e flora con la presenza di ventisette tipi di orchidee spontanee. L’area che comprende il Pozzo del Merro ospita un piccolo lago dalle profondità “abissali”, circa 400m. “Durante le perlustrazioni subacquee all’interno del lago”, come racconta Giardini, “abbiamo scoperto una specie unica al mondo di crostaceo, un gamberetto battezzato “Niphargus Cornicolanus”.
In questo territorio cultura e natura vanno di pari passo fin dall’antichità. La storia di Sant’Angelo Romano è legata indissolubilmente al nome della Casata Cesi ed in particolar modo alla figura di Federico II, amico di Galileo Galilei e fondatore nel 1603 dell’Accademia dei Lincei, che diede il primo impulso alla nascita di una nuova disciplina, la Botanica. Sant’Angelo Romano è uno scrigno di ricchezze storiche che racchiude lo splendore del Castello Orsini-Cesi, che svetta sulla sommità del monte cornicolano, la Chiesa dei SS Maria e Biagio e quella di Santa Liberata, fatta costruire dalla popolazione nel 400 d.C. Per ringraziare la Santa della scampata pestilenza, come racconta Anna Maria Coramusi, presidente della Cooperativa “Maggio 82”. Accanto ai beni storico-naturalistici, il territorio conserva intatte le sue tradizioni popolari, come la “Sagra delle cerase” a maggio, degli strengozzi (un tipo di pasta) a luglio e dei cellitti ad agosto. Inoltre, ogni terza domenica del mese viene organizzato il Mercato Medulliano di antiquariato, oggettistica e curiosità. Il rischio di Sant’Angelo Romano, come di molti altri paesi in Italia, è lo spopolamento da parte delle nuove generazioni e la sua ghettizzazione rispetto a Roma, fenomeno aggravato dalla presenza massiccia di immigrati, come racconta Pietro Zocconali, Presidente dell’Associazione Nazionale Sociologi. Inoltre, è molta diffusa la mentalità che lega lo sviluppo economico del territorio a quello edilizio: sembra, infatti, che sulla Collina di Poggio Cesi ci sia un’idea fortemente speculativa. Carlo Boldrighini, Presidente della Sezione “Aniene e Monti Lucretili” di Italia Nostra, facendo un discorso più ampio, rivela una situazione paradossale nelle aree del Tevere, dell’Aniene e dei Monti Lucretili, dove c’è un patrimonio archeologico secondo solo a Roma, ma con un impatto economico molto scarso. Quali, allora, le soluzioni? Riconoscere il territorio e la comunità locale come fattori di sviluppo socio-economico, inserire il territorio all’interno di un circuito turistico e realizzare le strutture ricettive necessarie per sostenere e trarre benefici dai flussi turistici sempre più consistenti. Tutto questo agendo nell’ottica che il territorio siamo noi e va preservato per le generazioni future. Unico rammarico: l’assenza delle Amministrazioni comunali, provinciali e regionali al convegno.
Steafania Marconi