Arriva anche da noi, a Sant’Angelo Romano, qualche copia della rivista mensile gratuita “la Fiera Tiberina”. Nel numero di giugno 2007 abbiamo trovato un articolo molto interessante sulla situazione di Monte Gennaro.
Per chi non avesse seguito la vicenda, il 13 marzo 2007 la Regione Lazio ha dato il via libera all’installazione di 2 tralicci per emittenza televisiva sulla vetta di Monte Gennaro provocando reazioni sia da parte delle amministrazioni comunali che dei cittadini (mentre proprio ieri la Regione Lazio adottava il Piano Paesaggistico Regionale e l’assessore all’urbanistica della Regione Lazio, Massimo Pompili, descriveva l’atto come ‘la più grande manovra ambientalista della storia regionale’, beato lui).
Le amministrazioni comunali dei comuni vicini al Monte Gennaro, una volta tanto unite indipendentemente dallo schieramento politico, hanno formato un Comitato Intercomunale Permanente mentre i cittadini hanno creato spontaneamente comitati che, al fianco di molte associazioni già esistenti, si sono unite per manifestare il dissenso nei confronti della decisione della Regione.
Diverse associazioni, comuni e comitati spontanei hanno prodotto osservazioni contro questa decisione ma abbiamo deciso di pubblicare questo articolo in particolare perché mette in evidenza un problema ormai noto quanto fastidioso, quello degli ‘indipendenti’ o ‘cani sciolti’, come vengono spesso chiamati.
Come giustamente osserva l’autore dell’articolo, nonché direttore della rivista dott. Sandro Bari, “i ‘comitati’, che spesso sorgono spontaneamente, generati dalla rabbia del cittadino, al di fuori dell’inquadramento e quindi del controllo da parte della politica attiva, generano preoccupazioni”.
A questa condivisibilissima osservazione ci piacerebbe affiancarne un’altra, quella ‘dell’orticello’. Per essere chiari, ‘pensare al proprio orticello’ è il motivo per il quale, secondo noi, nessuna parte politica prende una chiara posizione nei confronti dei comitati o delle associazioni indipendenti poiché sono consapevoli che questi i comitati, una volta raggiunto lo scopo per il quale erano stati costituiti, si sciolgono lasciando di nuovo mano libera agli schieramenti molto meglio organizzati e durevoli come quelli politici.
Ecco l’articolo in questione (la Fiera Tiberina, giugno 2007 – pag. 2-3)
Monte Gennaro diventerà un Monte Antenne?
Il 3 giugno alle 10 ci siamo recati a Palombara, al Centro Anziani, dove, come da invito, si svolgeva l’incontro fra cittadini, istituzioni e forze politiche per concertare una campagna di lotta contro un provvedimento iniquo adottato dalla Regione Lazio. La Giunta Regionale, infatti, con delibera n. 172 del 13.03.2007, ha previsto l’installazione sul Monte Gennaro di n. 2 tralicci per 34 emittenti televisive (di 1° e 2° livello), con una potenza massima irradiata di 65.170 ERP ed una massima irradiazione di 270°, nonché una zona di rispetto elettromagnetico “a carattere conservativo”, costituita da un’area di circa 70 ettari, determinata sulla base dei parametri radioelettrici (orientamento e valori di ERP).
Tale delibera non ha tenuto conto che si tratta di area di I livello di tutela – Zona A – Sottozone Aa2 e Ab1, Riserva Integrale Assoluta, dove è rigorosamente impedita non solo la realizzazione di tutte quelle gigantesche opere edilizie ed infrastrutturali previste nella predetta delibera di Variante al P.T.C., ma addirittura il pascolo e qualsiasi attività del tempo libero: dai campeggi, al picnic, alla raccolta del legname e dei frutti del sottobosco, finanche il semplice accesso, rigorosamente riservato, ai sensi della vigente normativa, alle sole attività didattiche e di escursionismo, solo lungo i sentieri segnalati e solo previa autorizzazione dell’Ente gestore.
Esistono dunque vincoli obbiettivi di demanio civico, storico-ambientale, paesaggistico, idrogeologico, sismico, oltre a quello di “Riserva Integrale” e “Riserva Orientata di 1° Livello” del Piano di Assetto Territoriale del Parco Naturale Regionale dei Monti Lucretili, nonché sito di interesse Comunitario SIC e zona a protezione speciale ZPS.
L’incontro, al quale hanno partecipato un certo numero di abitanti locali e pochi rappresentanti di altri comuni, era organizzato da un Comitato Intercomunale Permanente “Salviamo Monte Gennaro”, spontaneamente formatosi tra cittadini dei Comuni più o meno direttamente interessati, ed “appoggiato” da quasi tutte le sigle politiche, per una volta unite, col fine della salvaguardia di un bene di tutti. Abbiamo naturalmente aderito all’iniziativa del Comitato, proprio perché al di sopra delle parti, come prevede la nostra linea editoriale. Dobbiamo però constatare, come al solito, che le buone intenzioni, da sole, non fanno molta strada. Già in sede di assemblea si è notato un certo “farsi da parte”: qualche mormorio da chi non si riconosceva in un comitato “non inquadrato politicamente”, qualcuno che cercava addirittura giustificazioni alla delibera regionale. Possiamo capirlo: la frequentazione “romana”della politica amministrativa ci ha ben istruito sul fatto che le iniziative dei cittadini “al di fuori della logica di partito”, sono sempre guardate con sospetto dai “militanti”. In poche parole, i “comitati”, che spesso sorgono spontaneamente, generati dalla rabbia del cittadino, al di fuori dell’inquadramento e quindi del controllo da parte della politica attiva, generano preoccupazioni. I cosiddetti “cani sciolti” fanno paura.
Noi, che non siamo di partito, non ne abbiamo affatto paura, anzi, vorremmo che tutti i cittadini, di qualunque idea politica, lottassero insieme compatti per salvare Monte Gennaro.
Temiamo, invece, che quei politici che ora appoggiano le proteste all’unanimità, si troveranno di fronte alle loro gerarchie (direttivi provinciali, regionali, nazionali) che li inchioderanno alle loro responsabilità e alle decisioni prese più in alto. Quali rappresentanti politici locali saranno così coraggiosi da continuare a lottare per i loro concittadini, quando a livello superiore verranno richiamati all’ordine, magari ventilando di non ricandidarli? Chi rischierà la carriera opponendosi a chi “governa” Roma e il Lazio?
Noi ci auguriamo che i nostri rappresentanti comunali tengano duro e non deludano i loro concittadini: li appoggeremo con tutte le nostre forze, con il conforto di tutti coloro che non si faranno fuorviare da diatribe politiche. Oltre a Italia Nostra, ALTURA, Comitato Nazionale del Paesaggio, Mountain Wilderness Italia, abbiamo l’adesione delle 20 associazioni culturali e ambientali che costituiscono il Comitato per il Tevere, e sicuramente molte altre si faranno avanti. Per adesso, accogliamo con molta soddisfazione il dettagliato e saggio comunicato “Osservazioni, opposizione e proposte” del Consiglio Comunale di Palombara Sabina, approvato all’unanimità, contro la famigerata delibera.
Forse non abbiamo molte speranze, perché si sta imponendo una forma di “prepotenza del potere”, secondo la quale chi è più forte decide ed attua quello che vuole.
Non dobbiamo cedere, per non vedere, tra poco, Monte Gennaro come nella nostra copertina.
Il direttore
Sandro Bari