Piano di Gestione del SIC


Presentato a Sant’Angelo il Piano di Gestione del SIC “Macchia di Sant’Angelo Romano”

di Marco Giardini

Lo scorso martedì 30 ottobre, presso la sala consiliare del Comune di Sant’Angelo Romano, è stato presentato il Piano di Gestione (PdG) del Sito d’Importanza Comunitaria (SIC) IT6030015 “Macchia di Sant’Angelo Romano”.
Considerato che sono davvero pochi i santangelesi messi al corrente dall’amministrazione comunale dell’esistenza nel territorio di Sant’Angelo di un Sito d’Importanza Comunitaria (un SIC, appunto) spendiamo due parole per spiegare cos’è un SIC. Si tratta di uno dei 183 siti individuati nel Lazio in attuazione della Direttiva 92/43/CEE “Habitat” finalizzata alla tutela degli habitat e delle specie animali e vegetali minacciate nel territorio dell’Unione Europea. Questa direttiva si propone quindi lo scopo di tutelare, in ambito comunitario, ambienti di particolare pregio naturalistico, che andranno a formare la rete di aree protette denominata “Natura 2000”.
Il SIC “Macchia di Sant’Angelo Romano” copre quasi 800 ha e comprende l’intera collina di Poggio Cesi, il bosco di Colle Giochetto (macchia di Castelchiodato), il Bosco Nardi (Grotte Cerqueta), l’intero bosco dell’Arovello e tutte le aree tra essi comprese (v. fig. allegata). L’Unione Europea richiede agli stati membri di garantire la presenza nei SIC degli elementi naturali per i quali i SIC stessi sono stati individuati, e a tale scopo risulta necessaria la redazione di un apposito Piano di Gestione (PdG).
Alla riunione erano presenti alcuni rappresentanti della Società Temi, che ha redatto il PdG per conto della Provincia di Roma, l’assessore all’Ambiente del Comune di Sant’Angelo Romano, alcuni dirigenti e tecnici dell’Assessorato all’Ambiente della Provincia, un rappresentante del Laboratorio di Educazione Ambientale di Tivoli e i rappresentanti di alcune associazioni ambientaliste.
L’ing. Bardi, della Società Temi, ha illustrato i contenuti del PdG, mettendo in evidenza l’elevato valore ambientale del SIC ma anche le criticità che lo interessano. Tra queste la scarsa sensibilità delle amministrazioni locali (Sant’Angelo e Mentana), l’uso di pesticidi, l’elevato disturbo antropico e la crescente urbanizzazione. Oltre a fornire alcuni elementi per la compilazione di un apposito regolamento che consenta di tutelare gli elementi di maggiore interesse del SIC, la società Temi ha avanzato all’Amministrazione provinciale, per maggiori garanzie di tutela, la proposta di estendere all’intero SIC il perimetro della Riserva Naturale Macchia di Gattaceca e Macchia del Barco, all’interno della quale ricade già ora una parte del SIC (il Bosco Nardi, o come noto localmente, Bosco di Grotte Cerqueta).
L’ing. Bardi ha anche cercato di illustrare le opportunità, anche economiche, che la presenza del SIC offre alle popolazioni interessate, che possono usufruire di finanziamenti comunitari per effettuare opere che abbiano lo scopo di migliorare le condizioni ambientali del SIC, come ad es. il passaggio all’agricoltura biologica o anche, semplicemente, la realizzazione di siepi! Ha inoltre fatto presente che qualsiasi intervento da effettuare all’interno del SIC, anche una semplice recinzione, deve essere preventivamente sottoposto a Valutazione d’Incidenza, che ha lo scopo di verificare che le opere da realizzare non rechino danno agli elementi tutelati all’interno del SIC.
I rappresentanti delle associazioni ambientaliste hanno cercato di mettere in evidenza la posizione strategica che riveste in questo momento il territorio comunale. Sant’Angelo si trova infatti al centro di un’area, alla periferia di Roma, in forte espansione edilizia ma ricca di una serie di aree protette e di elementi di grande interesse dal punto di vista culturale. Sono proprio questi gli strumenti che potranno garantire un minimo di vivibilità nell’area a nord-est della Capitale. Aree una volta marginali che oggi rivestono invece un ruolo fondamentale proprio per aver conservato beni ormai scomparsi in tutto il resto dell’area compresa tra Tevere ed Aniene. Si tratta quindi di risorse rilevanti, non solo dal punto di vista scientifico e naturalistico, ma anche ecologico-ambientale che, data la sua posizione centrale, il comune di Sant’Angelo potrebbe sfruttare meglio di chiunque altro, ma che invece rischia di bruciare prima ancora di rendersene conto.
L’arch. Spina, infatti, presente alla riunione in qualità di consulente dell’Assessore all’Ambiente del Comune di Sant’Angelo, ha fatto presente che il Comune ha adottato e presentato in Regione il nuovo Piano Regolatore redatto dall’arch. Ferrucci, un piano la cui approvazione costituirebbe un vero e proprio colpo mortale per il territorio comunale, già ridotto negli ultimi anni in condizioni pietose dal punto di vista urbanistico. Un piano che ha avuto tra l’altro una storia davvero travagliata (v. art. del 2 apr 07: PRG: il parere della Regione), la cui presentazione in Regione era stata smentita pubblicamente, appena poche settimane fa e proprio a Sant’Angelo, dallo stesso assessore all’Urbanistica della Regione Lazio, il dott. Pompili (v. in proposito l’articolo del 12 ottobre scorso: Dopo i dibatti della Festa dell’Unità). Il dott. Marcotulli, della Provincia di Roma, è intervenuto, a proposito del nuovo PRG, auspicando che la presenza del SIC sia stata adeguatamente considerata nel nuovo piano regolatore, che sarà comunque oggetto di verifica da parte della Società Temi.
La Provincia di Roma consegnerà al Comune copia del PdG del SIC, che potrà essere visionato da chiunque, anche per eventuali proposte di integrazioni o modifiche.
S. Angelo ha la possibilità di limitare i danni dell’espansione della capitale e dei centri urbani limitrofi perché ricco di importanti emergenze culturali e naturalistiche. Si tratta di valori sempre più ricercati ed apprezzati dalla maggior parte delle persone, soprattutto in un’area sempre più degradata come quella della periferia romana e quella guidoniana in particolare, ma purtroppo poco considerati dai nostri amministratori, che, non avendo spesso radici in questo territorio, hanno in scarsa considerazione i suoi beni più preziosi.