Il gruppo folk accompagna Berlusconi


Una notizia apparsa sul sito aprileonline riporta che il nostro gruppo folcloristico ha accompagnato la manifestazione del Popolo della Libertà di sabato 20 marzo 2010

L’ultima sceneggiata

20 marzo 2010, 21:24

Politica
Il popolo del Pdl torna in piazza San Giovanni e recita il suo ‘credo’ con il premier Silvio Berlusconi che nomina i 13 governatori “missionari della verità e della libertà”. E’ con la ‘religione dell’amore’ che Silvio Berlusconi chiama a raccolta i militanti azzurri. Due cortei, tremila pullman, pochi i bersagli: primo Di Pietro, secondo Santoro, terzo la Bonino. Oltre, ovviamente alla sinistra in generale e la magistratura in particolare.

“Di Pietro mafioso, Santoro fascista”, “Santoro mafioso”, “Di Pietro Cia-ltrone” recitano alcuni cartelli e ancora: “Libera toga in libero Stato”. Quando a metà di via Appia Nuova compare uno dei giornalisti della squadra di `Annozero’ con il cameramen, i manifestanti sussurrano: “Eccolo lì quel comunista”. E’ il corteo che parte da Colli Albani quello più ‘attivo’: ci sono i ragazzi della Giovane Italia, il ministro Giorgia Meloni, in perfetta tenuta da manifestazione “armata” di megafono, i dodici candidati governatore, la banda musicale di paese e il gruppo di ballo folcloristico di Sant’Angelo Romano. Sono i giovani del partito gli autori degli striscioni dei “Tarocchi d’Italia” per vincere contro “bari, illusionisti, fattucchiere”: Di Antonio Pietro è “Il matto”, Emma Bonino “La morte”. Alla militante radicale, candidata del Pd alla Regione Lazio, la piazza dedica anche lo slogan: “Salva la vita a un bambino marcia contro la Bonino”.
Qualche momento di tensione a poca distanza da piazza Re di Roma quando i manifestanti passano sotto a un condominio “rosso”: dalle finestre una ventina di abitanti espongono lenzuola, cuscini, magliette, tende e cartelli rossi. Immediata la reazione degli “azzurri”: “Scemi, scemi”. Fischi anche contro alcune bandiere viola esposte a via Labicana.

A guidare il corteo di Circo Massimo, invece, una foltissima rappresentanza di governo, tutti i ministri tranne quelli della Lega, in prima fila a sorreggere lo striscione leit-motiv: “L’amore vince sempre sull’odio”. Attivissime le giovani deputate del Pdl. A lorosi è aggiunta Isabella Rauti, moglie del sindaco Gianni Alemanno e candidata con la Polverini, quest’ultima in testa al ‘serpentone’.

Sui numeri in piazza gli organizzatori non hanno dubbi: “Abbiamo abbondantemente superato il milione – dice a metà pomeriggio dal palco Denis Verdini -, ci hanno stupito, la sinistra ci invidia”.
Ma il paragone con la manifestazione del 2 dicembre del 2006 contro il governo Prodi non regge, allora la folla debordò anche nelle vie circostanti a piazza San Giovanni.

Dal palco, Silvio Berlusconi ha ribadito ad una ad una, le cose dette nei passati giorni di campagna elettorale. Durissimo ma non nuovo l’attacco alla sinistra “ammanettata ad Antonio Di Pietro”, che “non ha il senso dello Stato”. Pesante, ma già sentita, l’accusa ai giudici di sinistra “che hanno dettato tempi e modi della campagna elettorale”. Nulla di nuovo neppure nella richiesta di un “forte mandato per una vera rivoluzione liberale nei prossimi tre anni”, con tanto di riforma presidenzialista, della giustizia, del fisco.

La cosa più nuova è apparsa quindi l’esibito ottimo rapporto con Umberto Bossi, con il quale “l’alleanza terrà sempre, perché è un uomo di grande equilibrio, misura, lealtà. Uno come noi, del popolo, lontano dai salotti chic, con gli stessi valori e principi che abbiamo noi”. Altro che ‘competition’ con la Lega: il messaggio del premier – che cavalca non a caso anche temi cari al Carroccio come la lotta all’immigrazione ed la velleità della sinistra di farne un nuovo bacino di voto – è che la lealtà in politica paga. Tutti gli esponenti dell’ex An sono sul palco e Berlusconi li chiama “amici”, ma a confronto con gli elogi a Bossi risalta il fatto che il Cavaliere neppure nomini il co-fondatore Gianfranco Fini, che dalla piazza si è tenuto distante per il suo ruolo istituzionale.

“L’amore vince sempre sull’odio”, ribadisce Berlusconi prima di snocciolare la sua giaculatoria di accuse ai giudici e alla sinistra, che se dovesse vincere, “metterebbe la libertà rischio”. Esattamente come nel ’94 quando il Cavaliere decise di scendere in campo.
Infine, dopo aver indicato l’obiettivo di “sconfiggere il cancro” (ovvero “quei magistrati politicizzati che portano avanti una giustizia ad orologeria e intercettazioni a tappeto per fare una politica contro di noi”) nei prossimi tre anni di legislatura, il premier chiama quindi i 13 candidati governatori a recitare tutti insieme la “promessa del buon governo”.

Caustico il segretario del Pd Pierluigi Bersani durante un comizio a Novara “Ma se è sempre colpa degli altri, a te che cosa ti paghiamo a fare?”.
“Questo qui – ha detto Bersani – continua a dire che ha governato più di De Gasperi, ma io dico che De Gasperi avrebbe saputo fare il ‘riassunto’ di quello che ha fatto. Berlusconi ce l’abbiamo in giro da 15 anni, ha governato per sette anni degli ultimi nove… Mi volete dire che cosa ha fatto in questi anni? Non potrà mica sempre dare la colpa agli altri… Ma se è sempre colpa degli altri, a te che cosa ti paghiamo a fare?”.

Fonte: sito web aprile online