Tivoli
Il tribunale ha accolto l’istanza dalla Cem SpA: la vendita dei terreni sarà possibile al prezzo di mercato
L’eredità dei Borghese vale cinquanta volte di più.
L’enfiteuta aveva richiesta di stabilire la somma in 9.578,90 ma il giudice ha stabilito un capitale di affranco pari a 478mila euro, un significativo precedente per le eventuali future affrancazioni.
di Adriana Aniballi
Svolta nella “intricata” vicenda della eredità Borghese e dei terreni (un compendio di 7.500mila metri quadrati) distribuiti tra Roma e provincia. Il Tribunale di Tivoli, con una sentenza che farà discutere, ha infatti parzialmente accolto l’istanza presentata dalla Cem SpA (la società che nel 2007 ha acquisito i beni) per adeguare il prezzo di affranco di un terreno rustico di circa 13.110 metri quadrati a quello dell’attuale valore di mercato. L’enfiteuta aveva richiesto di stabilire la somma di 9.578,90, richiesta inizialmente accolta dalla Procura, ma a seguito di una perizia (CTU) disposta dallo stesso Tribunale di Tivoli, il giudice ha stabilito che il capitale di affranco non deve essere puramente simbolico ma deve mantenere un collegamento “con l’effettiva realtà economica” e lo ha così stabilito in 478mila euro. Un provvedimento di fondamentale importanza nella vicenda legata alla controversa eredità (la maggior parte dei terreni che la costituiscono sono gravati da enfiteusi perpetua), perché rappresenta un significativo precedente per le eventuali future affrancazioni che dovrebbero a questo punto solamente a valori prossimi a quello di mercato. Una eredità che “conta” quella della principessa Anna Maria Borghese, si parla di una vasta distesa di terreni in parte agricoli e in parte edificabili all’interno del Comune di Roma ed anche una vastissima area che si estende tra la via Tiburtina e la via Nomentana, che confina con il Grande Raccordo Anulare e si sviluppafin quasi il limite della provicia di Rieti e comprende in tot, pare, anche l’aereoporto di Guidonia e numerose cave di travertino. E’ un immenso possedimento che gli addetti ai lavori fanno risalire alla principessa della nobiltà nera, pronipote di papa Paolo V, scomparsa molti anni fa. L’intera eredità fu allora acquisita dall’amministratore dei beni di famiglia, Vittorio Chiappini e negli anni successivi quei possedimenti, poi ereditati dal figlio Massimo, docente di urbanistica a Valle Giulia, hanno avuto molti aspiranti acquirenti. Nel 2007 tutte le proprietà sono entrate a far parte del “portafoglio della Uni Land”, la società bolognese di real estate quotata in borsa fondata da Alberto Mezzini. Un acquisto per circa 14 milioni di euro che comprende, oltre ai terreni, alle cave e alle piste aeroportuali, anche circa 1.500 unità immobiliari.
Fonte: quotidiano di informazione locale CinqueGiorni del 27-1-2011 – pag. 18