Giovani attori crescono: Lorenzo Federici, il “Colla” di “Un medico in famiglia”
Si sa che il Teatro è un’ottima fucina di artisti e indubbiamente fornisce strumenti per il ‘mestiere’ di attore che altro tipo di scuola non dà. E, per fortuna, non tutti i giovani attori escono da improvvisati talent show.
E’ il caso di Lorenzo Federici, interprete del personaggio Gianfilippo Colla nella fiction “Un Medico in famiglia” nella sesta e settima serie.
La passione per la recitazione l’ha sempre avuta e, dopo la ‘classica’ casualità di qualche comparsata, Lorenzo inizia a frequentare corsi di Musical presso l’Accademia “Amici della Musica” di Sant’Angelo Romano (oltre a studiare Canto e Batteria all’Accademia nova di Roma).
Varie le esperienze in fiction e film tv : “Orgoglio”; “Ti piace Hitchcock?” per la regia di Dario Argento ;” Scusa ma ti chiamo Amore” e ” Scusa ma ti voglio sposare” nel ruolo di Matteo; “Vip”, regia di Vanzina, nel ruolo del fratello di Matteo Branciamore; ” Don Matteo 7″ nel ruolo di Davide per la regia di Giulio Base.
E poi, nel 2009 approda nell’animata Famiglia Martini!
La figura del ‘Colla’ in Medico è molto positiva: bravo ragazzo, studioso e soprattutto saggio. Sei così anche nella vita quotidiana?
Sono un ‘bravo ragazzo’, si -ci risponde-. Vivo la mia età, mi diverto, coltivo molti interessi e vado bene a scuola (pur non essendo ‘secchione’ come Gianfilippo..!). Sono sereno e non vivo molte inquietudini come parecchi miei coetanei. E riesco ad essere anche saggio o quantomeno ‘moderato’.
Hai ricoperto molti ruoli prima di Medico. Ci sono parti che preferisci interpretare o per ora vuoi solo apprendere e/o perfezionare il mestiere dell’attore?
La gavetta è fondamentale. Al momento non ho preferenze perché ritengo che tanti tipi di esperienze siano un bagaglio importantissimo per chi si accinge ad iniziare questo mestiere. Forse però un ruolo complicato, di un personaggio che sia il mio totale opposto non mi dispiacerebbe…
“Un medico in famiglia” è considerata da sempre una fiction portatrice di sani valori. Tu, da giovane quale sei, pensi che questo tipo di tv possa essere in qualche modo educativa?
E’ bella l’atmosfera che si respira in casa Martini. Le tematiche della fiction abbracciano un po’ tutti gli aspetti della vita, momenti belli e brutti che vengono superati da una grande forza chiamata ‘famiglia’ e forse proprio questo è il messaggio: l’amore, la condivisione, parlarsi, comunicare. E, anche se in questa serie la famiglia si era ‘allargata’ abbastanza, si è riusciti a trovare comunque dei punti d’incontro.
Un episodio del set che ricordi con grande piacere…?
Potrei dire tutti… Si, perché sul set di questa fiction tutto è molto vivace, fluido, senza tensioni. Ovviamente i momenti più belli li ho vissuti con il gruppo di noi ragazzi. Un momento in cui non sapevo se vergognarmi o morire dal ridere è stato quando ho indossato l’abito da cane, nella puntata finale. L’abito non era destinato a me, inizialmente, ed io ne ero ben felice. Poi, però, le cose sono cambiate ed io mi sono sentito imbarazzatissimo a girare una scena con ‘Annuccia’ così dolce ma conciato in quel modo! Però, come ho detto, le occasioni per ridere di gusto mentre lavoravamo non sono mancate.
Ci racconti il tuo rapporto col Medico Lele/Scarpati?
Posso senz’altro dire che Giulio Scarpati è stato un po’ il mio punto di riferimento fin dall’entrata nella sesta serie. E’ una persona di grande cuore, molto comunicativo e protettivo verso tutti, in particolare noi ragazzi. Mi ha sempre rassicurato la sua presenza, nonché i suoi consigli, e non perdeva occasione per scherzare con noi. Senz’altro una figura cardine di questa fiction. E poi un vero ‘padre’, ecco!
Domanda di rito: progetti per il futuro?
Be’, alla luce del successo di questa fiction, ovviamente auspico un’ottava serie. Intanto ho a breve uno spettacolo teatrale con la Compagnia KAIROS TEATRO dal titolo ” E’ BEN STRANO TUTTO CIO’ “da Eugène Ionesco che sarà presentato al “Teatro delle Muse”. Per me è molto importante esplorare le mie capacità, stimolare la fantasia, conoscere e applicare tecniche teatrali, “mettermi in gioco” e scoprire anche un’immagine sconosciuta di me stesso.
Cosa consiglieresti ad ogni ragazzo che volesse intraprendere la carriera di attore?
Consiglierei senz’altro di ‘studiare’. Capire fino a che punto è un diletto e fino a che punto è un reale desiderio di intraprendere una carriera piena di difficoltà. E’ un vero mestiere e come tale va ‘appreso’. Questo vuol dire sacrificio, passione, e…magari prepararsi a delle sconfitte, anche. Ma senza mollare, se si è convinti fermamente!
Anna Maffei
Fonte: E-Zine, periodico telematico di informazione