La Provincia di Roma sul sito PROVINZ (notizie, attività ed eventi nella Provincia di Roma) sceglie Sant’Angelo Romano come comune della settimana.
Ecco la pagina di presentazione che la Provincia ha scelto per inviatare i turisti a visitarci.
Avvolge il suo giro di case di pietra sul Patulo, sant’Angelo Romano, prono e reverenziale alla rocca. Avvolto dal respiro dei Corniculani, rammenta ancora nel nome il suo sacrale inchino all’indomito angelo delle alture, Michele. E sollecita con le fonti, di sue origini antiche e accredita il suo ricondursi alla “prisca” Medullia:
“Si combattè con varia fortuna, essendo la città ben munita di fortificazioni e guardata da un numeroso presidio. Uscivano eziandio talvolta gli assediati e combattevano coi Romani in campo aperto, Avendo però il Re Anco riunite le sue forze, vinse il nemico in battaglia, e quindi s’ impadronì della assediata piazza facendo un immenso bottino . Sembra, che il Re vincitore abbia tradotto in Roma una gran parte degli abitanti di Medullia , continuandoci a narrare Livio, che ricevette in città molte migliaia di saldati Latini , a’ quali diede le abitazioni #4 Marcia per congiungere , come si disse l’Aventino col Palatino (3) t Medullia peraltro non fu distrutta , siccome di Politorio era Stato fatto; e perciò fu necessario di riassumere; poco, dopo le armi per fare, una Seconda guerra
(Dissertazioni della Pontificia Accademia romana di archeologia, Volume 2,469).
Sabine tuttavia sono le sue rocce e i suoi boschi, come le sue voragini carsiche che cingono il paese tutt’intorno, un borgo a spirale assiso sul poggio. Un tenimento infeudato ai Capocci (XIII sec.) che ne intrisero il primitivo nome in Sant’Angelo in Capoccia.
Poi, fu sotto il giogo degli Orsini e nel XVII secolo passò ai Cesi per poi essere ceduto ai Borghese.
Un sali e scendi di case, di tetti, di scalette, che si aprono su di un terrazzo mozzafiato affacciato verso la capitale, sotto il munito e vigile occhio della rocca, con le sua panciute torri, ambizioso incastellamento di nobili e potenti lignaggi.
“Divenuta così questa terra parte delle possessioni de’ Tiburtini andò soggetta al saccheggio dei Romani nella guerra che ebbero col commune di Tivoli ai tempi del prefetto Tebaldo, siccome leggesi nella cronaca sovraindicata p. 942. Circa l’anno 1207 fu comprato da un cardinale Capoccia insieme con Mentana, Grotta Marozza ec. e da questa famiglia deriva il cognome che ancora porta, onde venga distinto da altri castelli che vanno sotto lo stesso nome di s. Angelo.(…). I Capocci lo ritennero per tutto il secolo XIV. Nel secolo XV. divenne proprietà degli Orsini, e perciò ebbe a soffrire nella guerra del 1486. Sotto Alessandro VI. fu infeudato a Niccolò della Rovere, ma poco dopo ritornò in potere degli Orsini. N’ era signore nel 1552 Camillo Orsini siccome ricavasi da una lapide esistente nella chiesa di s. Michele, e questi lo lasciò a Vittoria Tolfa sua moglie, la quale tornò a disporne a favore di casa orsina. Fu però venduto nel secolo XVII. ai duchi di Acquasparta, e da questi ai Borghese che ne sono gli attuali signori.”
(A.Nibby, Analisi storico antiquaria.., 1849, 1, 141).
9 Giugno 2011
Fonte: PROVINZ – sito di notizie, attività ed eventi nella Provincia di Roma