Tre giorni al paesello

Il racconto di una brevissima vacanza a Sant’Angelo Romano. Ma chi saranno i protagonisti?

Dal sito http://www.accordo.it

Outing : tra westcoast e sabina

-Certo…e tu le salsicce ?

-Scherzi? So’ quelle bone de zio. A vino siamo a posto, naturalmente…

-Lo sai che papà lo fa genuino, e lo tiene proprio nel casolare. Ah, mi raccomando la chitarra…

-Tranquillo, ho cambiato anche le corde. Ma a Daniela l’hai detto?

-Si, e s’è arrabbiata, come pensavo…e tu a Maria?

-Fa finta di niente, ma averla accannata così da sola per tre giorni…vabbè, poi je passa…

Più o meno le cose andarono così in quella calda giornata d’estate del 1977. Eravamo in piazza, io e il mio amico, pronti a iniziare quella breve vacanza nella solitudine delle campagne intorno a Roma ,tre giorni nel casolare del padre, senza luce ne acqua, poco fuori S.Angelo Romano, paesetto arroccato su una collina a venti minuti dalla città, così vicino ma per noi un altro continente. Avevamo tutti e due la patente da poco, ma la macchina era un lusso che non potevamo permetterci, e  anche se mio padre mi prestava senza problemi la sua fiat 850, certo non potevo sottraglierla per tutto quel tempo, quindi zaino in spalla e via alla fermata del pullman che ci avrebbe portato in paese dove poi il papà del mio amico ci avrebbe condotti al terreno dove sorgeva il casolare. Il casolare…parola grossa, quattro mattoni di tufo tenuti assieme dall’ingegno contadino, un camino buono per ogni occasione, l’orto, qualche olivo (piante onnipresenti in sabina) e tanto panorama in cui affogare la vista e il cuore, da più di 400 metri di altezza Roma appare immensa ma lontana…

Agli occhi dei nostri genitori questa scelta bucolica restava un po’ un mistero. Specie per i genitori del mio amico, che abitando ancora nel paese, e vivendo la campagna come vita dura e abnegazione, non capivano perché dovessimo passare dei giorni nell’emerito far nulla, oltretutto poco avvezzi ai disagi e agli obblighi che la situazione imponeva. Ma noi eravamo ben dentro a quegli anni ribelli e anticonformisti, le nostre vacanze erano sempre sacco a pelo e scatolette, autostop, tramonti e fuochi sulla spiaggia, una continua ricerca di radici più semplici della realtà che presto, lo avvertivamo, ci avrebbe inghiottito.

E quindi, pronti, ai posti, via !

E furono tre giorni davvero intensi, passati a parlarci addosso per ore per poi rintanarci nei nostri pensieri lasciando vagare lo sguardo che correva tra gli uliveti, giù fino a valle, tra i fumi della cementeria fino alle periferie di Roma, pochi chilometri, eppure c’era tutta una vita…

E naturalmente le chitarre, tanta tanta musica, la west coast, i cantautori, lunghissime improvvisazioni a cui solo i grilli assistettero, peraltro non in silenzio…

Fatto sta che tornato a Roma sentii subito l’esigenza di fermare quei giorni in qualche modo, e farlo con una canzone mi sembrava l’unico plausibile. Dovevo scrivere di quell’amicizia che sembrava eterna, ed effettivamente, anche se oggi non lo sento da decenni, per me resta un’amico a prescindere, perché quello che c’era tra noi resta scritto nella memoria, e nessuna frana del tempo potrà mai travolgere quegli anni.

Comunque, dopo qualche sortita intorno a qualche altro fuoco, il brano è restato nel cassetto fino ad oggi, e visto che con sandroyoda si parlava di fare un pezzo stile west coast , gli ho proposto la cosa…e poi ho coinvolto mimmo-bernablues e pearlygates per assemblare il tutto e dare voce agli effetti, e anche il grande sepp era della partita, se non fosse che tutta una serie di circostanze tecniche e ambientali hanno costretto il bravo giuseppe al solo apporto morale, che comunque non guasta mai e che ringrazio pubblicamente qui, tanto ho una cifra di progetti da mettere in piedi, e lui lo sa.

Come nelle altre occasioni in cui ho proposto queste mie vecchie cose, non posso che ringraziare all’infinito gli amici che mi hanno aiutato a confezionare un vestito per questi pezzi che erano nati chitarra e voce, senza di loro forse le canzoni dormirebbero ancora nel cassetto.

Che sono tutti bravi lo sapete, qui c’è la conferma…

Per quanto riguarda la voce, bè, è il punto debole. Le mie corde vocali sapete come stanno, e anche quando erano in forma a me non convincevano (c’era a chi piaceva la mia voce, ma il mondo è pieno di gente strana…),però ho voluto/dovuto fare tutto da solo specie dopo il forfait di sepp, che, come lui stesso afferma nelle autobiografie ufficiali, “è un grande chitarrista che si appresta a diventare un grande cantante…”

Io non ho dubbi, già mi ha regalato la sua voce per un brano che proposi qui, e penso che presto vi stupiremo…

(clicca per ascoltare il brano)

Buona serata e, se potete, per apprezzare il lavoro di missaggio, ascoltate in cuffia…ciao

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