Venerdì pomeriggio, in ritardo rispetto alla ricorrenza nazionale (che prevede la data del 10 febbraio), la Pro Loco e la sezione ANPI di Sant’Angelo Romano, con il patrocinio del Comune, hanno omaggiato il Giorno del Ricordo. Questa ricorrenza è stata istituita dalla legge numero 92 del 30 marzo 2004 per commemorare i massacri delle foibe e l’esodo giuliano-dalmata.
Pochi giorni primi (il 27 gennaio) era stata omaggiata un’altra ricorrenza, il Giorno della Memoria, anch’esso istituito con legge nazionale (n. 211 del 20 luglio 2000) per commemorare le vittime dell’Olocausto.
Già il Giorno della Memoria non aveva visto una grandissima partecipazione, ma per il Giorno del Ricordo la partecipazione è stata veramente esigua e le assenze molto pesanti.
Eppure il livello degli invitati e della discussione che si è sviluppata nella serata è stato di notevole livello e di questo dobbiamo ringraziare Luciana Rocchi (Direttore dell’Istituto Grossetano della Resistenza e dell’Età Contemporanea), Marino Micich (Direttore dell’Archivio Museo Storico di Fiume-Roma) e Anna Longo (giornalista Cultura Radio RAI).
E pensare che tra soci della Pro Loco (circa 70), soci della sezione ANPI (poco più di 20) ed i componenti dell’Amministrazione Comunale che ha patrocinato l’evento, i partecipanti sarebbero dovuti essere almeno 100.
Queste le assenze pesanti, perché tra i presenti c’erano soltanto il presidente e due soci della sezione ANPI, il presidente ed un consigliere della Pro Loco ed un solo componente dell’amministrazione (il vice sindaco).
E’ veramente inspiegabile questa mancanza di partecipazione. Possibile che su quasi 5000 abitanti di Sant’Angelo Romano, non si trovino neanche 50 persone interessate alle iniziative che vengono organizzate nel comune di residenza?