In seguito alla loro partecipazione alla manifestazione sul dialetto tiburtino del 15 settembre scorso (v. articolo su questo sito), gli autori del volumetto di poesie in dialetto santangelese “Vaneggiamenti… santagnelisi” sono stati invitati a partecipare ad un’altra iniziativa.
Nella serata del 4 ottobre scorso, in occasione della “Nuova serata dedicata al dialetto tiburtino” organizzata presso l’Ex Seminario Vescovile in Piazza del Seminario a Tivoli, è stato dato ampio spazio a Marco e Palmiro Giardini, che hanno aperto la serata illustrando il loro volumetto di poesie. Hanno quindi descritto l’itinerario dialettale realizzato nel 2014 nel centro storico di Sant’Angelo Romano (v. articolo su questo sito) e invitato i presenti a visitare il centro storico del paese, il castello Orsini Cesi con gli stupendi affreschi fatti realizzare da Federico II Cesi (fondatore dell’Accademia dei Licei ed amico di Galileo) e il ricco museo preistorico allestito al suo interno. Hanno infine recitato alcune poesie tratte dal loro libro, che sono state molto apprezzate dal pubblico. La serata è proseguita con la lettura di altre poesie nei dialetti di Castel Madama e soprattutto di Tivoli.
L’iniziativa è stata, ancora una volta, organizzata dal Prof. Franco Sciarretta, consigliere della Società Tiburtina di Storia e d’Arte, docente del corso di “Storia del Dialetto Tiburtino” presso la LUIG (Libera Università Igino Giordani), autore di numerosi volumi sulla storia e il dialetto di Tivoli, persona di grande cultura, impegno e passione (v. ad es., solo per avere un’idea, ai seguenti link:
- Tibursuperbum (Tivoli e dintorni – terre da scoprire)
- Libro Co. Italia (libreria specializzata in arte e architettura)
La serata si è conclusa con una simpaticissima dimostrazione allo scopo di far rivivere una tradizione omai pressoché scomparsa (e non soltanto a Tivoli): quella della preparazione della pittula (pizzélla in santangelese). Attraverso la recitazione di una breve scenetta in dialetto due graziose e bravissime signore tiburtine in costume tradizionale hanno mostrato, con uova e farina, usando ‘a spinatóra e grazie al sapiente uso de u stennaréllu, le modalità di preparazione e lavorazione dell’impasto per la realizzazione della sfoglia da cui si ricavava la pasta che veniva un tempo consumata la domenica e nei giorni di festa. Una divertente serata iniziata bene e conclusa nel migliore dei modi.
Igor Mandicari