Un silenzio assordante

Neanche una parola in più riguardo la Delibera di Giunta comunale numero 65 del 19-11-2018

L’oggetto risulta abbastanza “fumoso”, almeno rispetto al solito. Basta guardare le due delibere precedenti e le due successive per capire che quel testo è ben più “pesante” di quanto non si possa credere all’apparenza.

La Delibera di Giunta numero 67, ad esempio, ha per oggetto “ATTIVAZIONE DEI SERVIZI DI RACCOLTA DIFFERENZIATA DOMICILIARE…(omissis)”. La numero 66 ha per oggetto “COSTITUZIONE IN GIUDIZIO PROMOSSO INNANZI AL TRIBUNALE CIVILE…(omissis)”, la numero 64 “APPROVAZIONE D.U.P.S. 2019-2021…(omissis)”, la numero 63 “APPROVAZIONE DEL PIANO TRIENNALE DEI FABBISOGNI DI PERSONALE 2019/2020/2021…(omissis)”.

Quindi, come dovrebbe essere, gli oggetti delle delibere contengono solitamente il riassunto della delibera, l’elemento centrale di quanto deliberato. Ma la delibera 65 rappresenta un’eccezione.

L’oggetto infatti è questo: Direttiva ai Responsabili dei servizi in ordine al Protocollo d’intesa tra la Procura Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Roma e la Regione Lazio stipulato in data 11 aprile 2018.

Cosa avete capito? Noi nulla, se non che esiste un protocollo di intesa tra la Procura Generale della Repubblica e la Regione Lazio. Ma in cosa consiste questo protocollo di intesa? Per questo bisogna leggere la delibera e qui il discorso cambia di molto. Eppure è un protocollo di intesa rivoluzionario rispetto a quanto siamo stati abituati a vedere negli ultimi anni.

Facciamo un passo indietro.

Il 9 marzo 2009, con deliberazione n. 15 del Commissario Prefettizio Silvia Montagna, era stata approvata la perimetrazione dei nuclei edilizi abusivi. In totale 8 nuclei:
Perimetro 1 – Località Selva
Perimetro 2 – Località Ginestra
Perimetro 3 – Località Quarticciolo/Pantano
Perimetro 4 – Località Formello
Perimetro 5 – Località Andreuzza
Perimetro 6 – Località Scallarini
Perimetro 7 – Località Pantano
Perimetro 8 – Località Palude

Il 18 marzo 2013, con deliberazione del Consiglio Comunale n. 5, era stata approvata la perimetrazione dei nuovi nuclei edilizi abusivi. In totale 8 ulteriori nuclei:
Perimetro 1 – Via Bologna
Perimetro 2 – Località Pozzera
Perimetro 3 – Località Colle Lungo
Perimetro 4 – Località Martinozzi
Perimetro 5 – Località Fonte
Perimetro 6 – Località Morolungo
Perimetro 7 – Località Cioccati
Perimetro 8 – Località Martinella

Quindi in un paese di circa 5 mila abitanti e 23 km2, sono stati perimetrati ben 16 nuclei edilizi abusivi.

Come molti di voi sapranno, il decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380 (Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia) prevede che i proprietari di un immobile costruito abusivamente sono tenuti a proprie spese alla demolizione dell’abuso ed al ripristino dei luoghi.

Ma quanti secondo voi demolirebbero la propria abitazione, anche se costruita abusivamente? Direi nessuno. Sembrerebbe anche che nel caso il proprietario dell’immobile abusivo non provveda alla demolizione, il comune può acquisire l’immobile al patrimonio comunale o demolirlo a proprie spese e richiedere poi il costo al proprietario.

Alcuni amministratori di precedenti amministrazioni ci hanno confidato che proprio questo era il motivo per il quale non si riusciva a combattere l’abusivismo. E’ infatti sufficiente un’amministrazione “permissiva” e l’amministrazione successiva si trova con le mani legate perché, se gli immobili da demolire sono in numero consistente, il Comune non avrebbe le disponibilità economiche per provvedere alle demolizioni senza rischiare il dissesto finanziario.

Pensate ora che la famosa Delibera n. 65 del 19/11/2018 avente per oggetto, come dicevamo, “Direttiva ai Responsabili dei servizi in ordine al Protocollo d’intesa tra la Procura Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Roma e la Regione Lazio stipulato in data 11 aprile 2018”, recepisce una nota della Regione Lazio avente per oggetto “Demolizioni di opere abusive – accesso al Fondo regionale di rotazione per le spese di demolizione e ripristino dello stato dei luoghi”.

La famosa “quadratura del cerchio”, finalmente un atto che consente di superare i problemi sopra descritti che impedivano di fatto l’applicazione della legge. Di questo neanche un commento sui social, una qualunque reazione, nulla, neanche una parola.

Certo ci sarebbero da capire bene alcuni passaggi che riguardano i costi di demolizione ed il loro recupero da parte del Comune. Nel testo infatti è scritto:

  • che l’articolo 29 della legge regionale 15/2008 prevede un apposito Fondo regionale di rotazione per le spese connesse alle attività di prevenzione e repressione dell’abusivismo edilizio, finalizzato a concedere anticipazioni ai Comuni, da restituire senza interessi, sui costi relativi agli interventi di demolizione delle opere abusive e di ripristino dello stato dei luoghi
  • che resta fermo il recupero delle spese effettuate (dal Comune ndr) a carico del condannato, con le modalità indicate nel protocollo d’intesa tra il Procuratore Generale presso la Corte di Appello di Roma e i Procuratori della Repubblica presso i Tribunali di Roma, Cassino, Civitavecchia, Frosinone, Latina, Rieti, Tivoli, Velletri, Viterbo firmato il 7 maggio 2013

Speriamo che almeno per una volta prevalgano i fatti sulle parole.

Da questo link potete scaricare delibera e protocollo di intesa