Sant’Angelo Romano. Dopo le antenne per la rete WiFi arrivano quelle per la telefonia mobile: il Castello Orsini-Cesi ridotto a supporto per le antenne.
E’ lo stemma preferito da qualunque associazione, forse l’unica cosa che ci accomuna e della quale tutti andiamo fieri.
Stiamo parlando del Castello Orsini-Cesi, acquisito nel 1989 e da allora mai sfruttato appieno, nonostante una imponente opera di ristrutturazione ultimata nel 2000 con 4 finanziamenti. Il primo nel 1992 con la giunta guidata da Angelo Gabrielli e poi con altri 3 finanziamenti con la giunta guidata da Ottorino Mattei nel 1994, 1995 e 1998, l’ultimo dei quali di ben 2 miliardi e 400 milioni di lire.
C’è chi lo ritiene patrimonio comune, chi lo ritiene un peso, chi lo vorrebbe gestire. E pensare che c’è dentro un museo che forse molti avranno anche dimenticato o magari non lo sanno nemmeno.
Ma adesso abbiamo finalmente capito quale funzione è stata decisa per questo imponente manufatto: supporto per le antenne.
Ci sono da anni le piccole antenne dei ripetitori WiFi ed ora anche 3 antenne di telefonia mobile, delle quali avevamo già parlato a settembre 2018, senza che nessuno prendesse posizione. Nonostante le oltre 20 associazioni presenti sul territorio (con gli obiettivi più disparati, come è giusto che sia) ed i rappresentanti delle opposizioni in Consiglio, nessuno ha mai parlato di queste antenne nè ha richiesto l’accesso alla documentazione che è stata in visione per 30 giorni, come vuole la legge.
Adesso che sono state montate tutti gridano allo scandalo, dimenticando che il paese è nostro e che il voto non ci dispensa dal vigilare sull’operato dell’amministrazione comunale, soprattutto prima che le cose succedano. D’altronde basta semplicemente fare un giro nel territorio comunale per capire come i residenti vogliono il loro paese.