di Gloria Zarletti, 27-8-2023
SANT’ANGELO ROMANO (Roma) – Da Beyoncè a Lady Gaga, da Johnny Cash a Freddy Mercury: la tendenza della scienza oggi è quella di dare a insetti sconosciuti il nome delle star internazionali per rendere questi animaletti più accattivanti e più famosi. C’è una storia in provincia di Roma, però, che non è legata al desiderio di successo ma ai buoni valori di un tempo come la riconoscenza verso il maestro. I protagonisti sono Marco Giardini, insegnante di scienze naturali di San’Angelo Romano (provincia di Roma), ed un suo studente diligente e curioso, Edoardo Pulvirenti di Guidonia. Un legame destinato a rimanere eterno, il loro, per la particolare passione che li accomuna, quella per gli insetti, ma soprattutto per la sete di conoscenza, terreno in cui si sono incontrati sui banchi di scuola.
Edoardo oggi è un giovanissimo ricercatore che si è diplomato presso il liceo scientifico della sua città ed è un brillante studente del corso di laurea in scienze naturali. Le sue notevoli conoscenze entomologiche sono state ampiamente valorizzate già al liceo dalla sua insegnante della disciplina Anna Piccolo. Ma il professor Marco Giardini già da tempo teneva d’occhio il piccolo Pulvirenti e il suo originale passatempo. Sapeva che lo studente, infatti, trascorreva il tempo libero osservando il mondo degli insetti tra i quali si divertiva a catalogare quelli non conosciuti. Per questo Giardini lo aveva spinto a proseguire i suoi studi naturalistici, anche portandolo con sé nelle escursioni sul campo e nelle attività di laboratorio da lui organizzate a scuola e fuori.
Per il resto, l’interesse di Edoardo, in genere poco gradito alla maggior parte dei ragazzi, è riuscito nel tempo a coinvolgere i compagni, che poi hanno subito il suo fascino ed oggi nutrono nei suoi confronti un notevole rispetto e una grande ammirazione. Diventato già da giovanissimo il principale collaboratore di Giuseppe Platia, autore di numerose pubblicazioni scientifiche anche su numerose nuove specie, Edoardo oggi è già autore a sua volta di opere sulla materia ed è socio di diverse società scientifiche. E’ anche tra i fondatori dell’Associazione Naturalistica Valle dell’Aniene (ANVA), insieme ad altri suoi amici guidoniani. A livello locale si è occupato soprattutto dell’area del Parco dell’Inviolata nell’ambito delle ricerche effettuate dalla Società Romana di Scienze Naturali, dirette dal presidente Pierangelo Crucitti, insieme, in particolare, a Francesco Cervoni, cofondatore dell’ANVA e a sua volta studente di Scienze naturali.
Qui, ancora una volta, ha ritrovato il suo professore Marco Giardini, che è naturalista e paleobotanico di fama internazionale, oltre che sua prima guida tra le meraviglie della natura. La cosa bella è che oggi, dopo anni, lo studente si è ricordato del maestro in una occasione importante: il “battesimo” di una specie di coleotteri della famiglia degli Elateridi tra le 24 finora non classificate dalla scienza. Insomma, Edoardo, trovandosi nell’urgenza di dare un nome ad un insetto, lo ha chiamato come il suo prof di un tempo rendendolo famoso a livello internazionale: “Procraerus giardinii”. Oggi noi sappiamo che questo animaletto è chiamato anche “ferretto” perché da adulto, se poggiato sul dorso, compie una piroetta (da cui il nome inglese click beetles) , ha una larva dall’aspetto allungato, cilindrico, con un tegumento particolarmente robusto e resistente. Lo sappiamo, appunto, grazie ad Edoardo Pulvirenti.
Un’altra di queste specie (Xanthopenthes manettii) è stata dedicata ad un altro naturalista del nord-est romano, l’ornitologo Claudio Grispigni Manetti, coautore, insieme a Marco Giardini e Francesco Cervoni, di diversi studi naturalistici locali. Tutte le informazioni su questa nuova specie intitolata a Giardini, tra le altre, è stata pubblicata nell’anno in corso sulla rivista internazionale Faunitaxys (https://doi.org/10.57800/faunitaxys-11(31)). Qui il nome del professore santangelese figura tra i suoi amati insetti e quelli di Edoardo, accanto a Madonna e ai Pink Floyd, a Frank Zappa e Mark Knopfler.
Soprattutto, però, racconterà per sempre la storia di una passione trasmessa dal maestro al suo alunno, di una riconoscenza ormai rara e di una scuola autentica, dove l’insegnamento non si cura dei fastidiosi moderni intermediari né della burocrazia ma va dritto per la sua strada verso la conoscenza. Una scuola, insomma, che ormai non c’è più, con rare eccezioni come questa che è una storia bellissima e vera.
Fonte: sito web ilpuntoquotidiano