Precisazioni e commenti sull’articolo “Il PRG ed il Merro” da parte di un concittadino
Testo della e-mail di commento inviata alla Redazione.
Precisazioni e commenti sull’articolo “Il PRG ed il Merro”. Alcune considerazioni sul futuro di S. Angelo.
Lo studio visionabile sul sito della Provincia di Roma (risalente al 2001) è solo uno dei tanti lavori prodotti negli ultimi anni sui diversi aspetti naturalistici del Pozzo del Merro. Questi studi hanno messo in evidenza l’eccezionalità di questa cavità, il cui valore scientifico è di rilevanza mondiale.
Alcune precisazioni e ulteriori informazioni.
– Il Pozzo del Merro è incluso nella “Riserva naturale Macchia di Gattaceca e Macchia del Barco” istituita con L.R. n° 29 del 1997. E’ un’area protetta gestita dalla Provincia di Roma.
– La profondità fino alla quale la cavità è stata esplorata era di 310m nel 2001, data di pubblicazione dello studio riportato nel sito della Provincia, ma un’ulteriore indagine effettuata nel marzo del 2002 ha portato ad esplorarla fino ad una profondità di 392m. Il Pozzo del Merro risulta essere attualmente il sinkhole (voragine originatasi per sprofondamento) allagato più profondo al mondo.
– Alcuni crostacei cavernicoli catturati nelle acque del Pozzo del Merro con apposite trappole nel 1999 si sono rivelati appartenere ad una specie sconosciuta, nuova per la scienza. Questa nuova specie è stata descritta recentemente (nel 2004) con il nome di Niphargus cornicolanus, ed è nota al mondo solo per il nostro Pozzo.
– Nel 2003 è stata osservata sulle acque del lago una felce acquatica esotica (Salvinia molesta) presente in Italia in una sola altra località del pisano. L’Italia è l’unico paese europeo in cui la presenza di questa felce sia stata accertata ed il Pozzo del Merro è una delle due località in cui essa è nota.
Il Pozzo del Merro (v. QUI per maggiori informazioni) è una cavità unica al mondo, che custodisce un ecosistema estremamente delicato di eccezionale valore scientifico ed in gran parte ancora da esplorare. In un paese civile un sito come questo sarebbe custodito come un bene preziosissimo, ma a S. Angelo, la cui civiltà è ancora tutta da dimostrare, non se ne tiene minimamente conto. Ciò è sicuramente da attribuire all’ignoranza in materia di amministrazioni scarsamente lungimiranti e alla loro spesso modesta cultura generale, che fa sì che beni di tale valore non vengano neanche presi in considerazione e consentano invece a grandi cementificatori d’esportazione di progettare piani regolatori come quello attualmente in discussione. Quelle di S. Angelo sono sempre state amministrazioni molto attente al ritorno economico delle opere da realizzare (da cui la mania di realizzare grandi opere a tutti i costi) e molto meno attente alle reali necessità del paese e ai valori di cui si dispone, quali cultura, tradizioni, ambiente e natura (ma questi sono valori più difficili da percepire).
La costruzione di abitazioni a brevissima distanza dalla voragine del Merro e la progettata realizzazione di un avioporto nei pressi della cavità, costituiscono un’eccellente indicazione di quanto la nostra attuale amministrazione sia sensibile alle problematiche ambientali.
In un breve trafiletto pubblicato su Tiburno del 24 ottobre scorso si legge di come la giunta Gabrielli stia facendo <mirati e decisi interventi per la tutela e la salvaguardia delle ricchezze naturali e paesaggistiche del territorio>. Si accenna quindi all’istallazione di lampioni fotovoltaici (iniziativa certamente da lodare) e alla messa in sicurezza <del sito carsico denominato “Bocca del Marraone”, anticipando anche le più lusinghiere aspettative delle locali associazioni ambientaliste>.
Alcuni commenti mi sembrano d’obbligo.
1 – La bonifica e la messa in sicurezza del Pozzo del Marraone, di cui ora l’amministrazione comunale si loda, sono state effettuate solo in seguito ad una segnalazione inviata da alcune associazioni ambientaliste a diversi assessorati di Regione e Provincia (scaricabile QUI). Lo stato del Pozzo, ridotto ad un’enorme discarica, era stato fino ad allora completamente ignorato.
2 – Non credo che l’istallazione di qualche lampione fotovoltaico sia sufficiente a compensare gli effetti distruttivi di un piano regolatore come quello in discussione, che prevede un aumento sconsiderato del numero degli abitanti nei prossimi 10 anni con conseguente pesantissima cementificazione del territorio (è come voler coprire un elefante con una foglia di fico).
3 – A Poggio Cesi è stata realizzata una costruzione per scopi agrituristici. Trovandosi all’interno di un Sito di Importanza Comunitaria (SIC IT6030015 “Macchia di S. Angelo Romano”) la normativa prevede che si effettui la Valutazione d’Incidenza, che non sembra tuttavia sia stata mai richiesta né effettuata.
4 – S. Angelo è forse l’unico paese con qualche migliaio di abitanti che non dispone di aree verdi per far giocare i bambini. L’unico giardino pubblico nel centro storico, sotto il palazzo comunale, è stato ricoperto da una colata di cemento.
5 – La Riserva naturale Macchia di Gattaceca e Macchia del Barco, istituita nel 1997, è stata oggetto negli anni di numerose iniziative da parte della Provincia di Roma, che forniva al Comune di S. Angelo i relativi materiali informativi: quanti manifesti avete visto affissi in giro per il paese?
6 – Il 20 luglio scorso la Provincia di Roma ha presentato pubblicamente il Piano di gestione della Riserva. Oltre al personale della Provincia erano presenti rappresentanti di tutti i comuni interessati, ad eccezione… indovinate un po’ di chi?
E si potrebbe continuare…
Queste osservazioni danno indicazioni certamente più chiare sulla reale sensibilità ambientale della nostra amministrazione comunale. La foglia di fico dei lampioni fotovoltaici non copre neanche un orecchio dell’elefante costituito dalla pessima gestione ambientale del nostro territorio comunale.
Il nostro comune gode ancora di immense risorse naturalistiche, ma è circondato da un territorio ormai in piena crisi ambientale (v. sito Legambiente Guidonia su inquinamento dell’aria, discarica dell’Inviolata, Buzzi-Unicem) in cui è prevista una catastrofica cascata di nuovi progetti: interporto, viabilità di PRUSST, nuovo casello autostradale, ampliamenti di cave di calcare e travertino, nuove attività industriali. Le conseguenze saranno l’ulteriore distruzione delle superstiti risorse naturali del territorio, la realizzazione di nuove strade, l’aumento del traffico (anche di quello pesante), l’aumento dell’inquinamento, l’ulteriore urbanizzazione del territorio ecc., in conclusione: vivibilità prossima allo zero.
S. Angelo ha la possibilità di limitare i danni dell’espansione della capitale, S. Angelo non deve né subire né accompagnare l’espansione di Roma, perché ha gli strumenti per contrastarla. Questi strumenti sono costituiti da un ambiente ancora vivibile perché ricco di aree verdi, ricco di boschi ed altre importanti emergenze culturali e naturalistiche. Si tratta di valori sempre più ricercati ed apprezzati dalla maggior parte delle persone, soprattutto in un’area come quella romana, ufficialmente riconosciuti ma poco apprezzati dai nostri illuminati amministratori, infatti:
– il Pozzo del Merro ed il bosco di Grotte Cerqueta sono inclusi nella “Riserva naturale Macchia di Gattaceca e Macchia del Barco”;
– il bosco dell’Arovello, il bosco di Grotte Cerqueta e l’intera collina di Poggio Cesi, da via dei Cioccati alla via Palombarese, sono inclusi in un Sito di Importanza Comunitaria (SIC IT6030015 “Macchia di S. Angelo Romano”).
Questi riconoscimenti indicano il valore di tali emergenze naturalistiche e consentono di usufruire di finanziamenti pubblici, anche comunitari, che tendono alla valorizzazione anche turistica di questi territori. Abbiamo inoltre uno stupendo castello medievale appartenuto al fondatore dell’Accademia dei Lincei (e anche questa potrebbe essere un’opportunità da sfruttare meglio), un museo preistorico, importanti siti archeologici da valorizzare, un panorama unico sulla capitale, tutti elementi che potrebbero essere molto di aiuto allo scopo di mantenere la propria identità e un’accettabile qualità della vita. S. Angelo, grazie ai suoi beni culturali e ambientali, potrebbe diventare una specie di isola nell’immenso oceano costituito dalla continua urbanizzazione dell’area a nord est di Roma. Si tratta di un’isola che avrebbe l’opportunità di collegarsi ad altre isole più o meno grandi, un vero e proprio arcipelago di beni culturali ed ambientali ad un passo da Roma che potrebbe costituire una notevole risorsa anche economica per quest’area a nord-est di Roma: queste altre isole sono costituite da Tivoli con le sue ville, dal Parco naturale regionale dei Monti Lucretili con i suoi centri visita e i suoi musei, dalla “Riserva naturale Nomentum” a Mentana, dal Parco archeologico naturale dell’Inviolata a Guidonia, dal Sito di Importanza Comunitaria dei “Travertini Acque Albule (Bagni di Tivoli)”, dai musei del Risorgimento e di Scienze naturale di Mentana, il museo romano di Montecelio, quello della via Cornicolana a Setteville e così via.
Insomma: quale futuro vogliamo?
Vogliamo far vivere i nostri figli in un paese che tiene ai propri beni ed ai suoi eccezionali valori e vuole mantenere la propria identità o fare di tutto per annullarla e confonderci nel profondo mare del degrado della periferia romana?
In questo momento stiamo viaggiando a grandi passi verso questa seconda prospettiva.
Auguri a tutti…
Marco Giardini