Cent’anni fa (7-14 giugno) in seguito ad una manifestazione antimilitarista ad Ancona, dopo una violenta repressione delle forze dell’ordine, inizierà uno degli episodi storici più significativi della classe operaia di tutta la storia dell’Italia unita: la settimana rossa.

Tale evento storico non è significativo per le sue conseguenze, ma perché illustra come in Italia, nonostante l’industrializzazione e il proletariato siano arrivati con evidente ritardo rispetto ad altri paesi europei, si siano creati già da subito un importante e forte movimento operaio e organizzazioni sindacali.

L’opposizione sociale al capitalismo dunque fu un fatto che seguì la storia italiana  dagli albori del suo sviluppo industriale. Tale conflitto di classe soprattutto nel dopoguerra riuscì a strappare alla controparte sociale importanti concessioni. Non solo le condizioni materiali della classe lavoratrice subiranno un progressivo miglioramento, ma seguirono anche conquiste sociali e politiche.

Le lotte radicali del proletariato segnarono un evoluzione sociale che si ripercosse su tutta la società (sanità e istruzione pubblica ad esempio).  Però, tale sistema politico-sociale metteva in discussione le gerarchie delle classi dominanti e imposte dal capitalismo. Seguirono reazioni padronali volte a restituire il potere e la ricchezza nelle sfere più alte della società.  Con l’appoggio dei governi, e l’espandersi dell’ideologia neoliberista (che arriverà in Italia agli inizi degli anni ’90) le varie conquiste sindacali e i diritti acquisiti con decenni di battaglie, subirono un marcato arretramento.

Delocalizzazioni, precariato, diminuzione dei contratti formali, riduzione del numero dei lavoratori. Quali sono le condizioni dei lavoratori oggi e qual è il futuro scenario del conflitto lavoro-capitale?

DIBATTITO CONFRONTO. SABATO 7 GIUGNO, ORE 18,00. SANT’ANGELO ROMANO ORTO DEI FRATI.