Un giorno in pretura, puntate del 26 ottobre e 2 novembre 2014: l’omicidio di Maria Teresa Dell’Unto
Le prime due puntate della nuova stagione di Un giorno in pretura dedicate alla scomparsa e alla morte di Maria Teresa Dell’Unto.
Scritto da: Daniela Bellu – lunedì 3 novembre 2014
Sabato 26 ottobre, per gli appassionati del genere, è ripresa con una nuova stagione la storica trasmissione di Raitre Un giorno in pretura. Roberta Petrelluzzi ha iniziato questo nuovo ciclo di appuntamenti con il raccontare, in due puntate, il processo a carico di Angelo Stazzi, infermiere in pensione accusato dell’omicidio volontario della sua collega Maria Teresa Dell’Unto, scomparsa nel marzo del 2001 e il cui cadavere venne ritrovato otto anni dopo sepolto nel giardino di casa dell’imputato.
Nel processo in primo grado, presso la Corte d’Assise di Roma, viene quindi affrontato il caso, inizialmente seguito come una scomparsa, e di cui si occupò in maniera approfondita anche la trasmissione Chi l’ha visto. Fin da subito i tre figli della donna scomparsa, e il suo secondo marito, non riescono a spiegarsi questo allontanamento improvviso, senza che ci fosse mai stato alcun segnale precedente di insofferenza. La famiglia non crede quindi all’allontanamento volontario.
In un primo tempo Si indaga sull’ambiente dell’Ospedale Gemelli, dove la donna lavorava come ausiliaria, ma senza giungere a nulla. Il caso viene archiviato, fino a quando, nel 2008, grazie a dei fondi speciali per i “casi freddi”, il fascicolo viene riaperto. E intercettando un infermiere del Gemelli, Angelo Stazzi, vecchio amico della donna, gli inquirenti giungono in possesso di importanti indizi che sembrano incastrarlo quale responsabile della scomparsa di Maria Teresa.
Quando poi gli inquirenti lo mettono alle strette, l’uomo confessa il delitto e fa ritrovare il cadavere della donna, sotterrato nel giardino della sua abitazione, sotto un pollaio e uno strato di cemento. Nel frattempo, casa e terreno sono anche stati venduti ad un’altra ignara famiglia.
L’imputato sia nella fase delle indagini che al processo sostiene però che la donna sia morta accidentalmente, in seguito ad un litigio per motivi passionali. Secondo Stazzi la Dell’Unto non accettava il fatto che lui la volesse lasciare, dopo una decennale relazione extraconiugale. L’uomo punta quindi al riconoscimento dell’omicidio preterintenzionale, a seguito di un incidente: racconta infatti di aver, durante la lite colpito con uno schiaffo la donna che è poi caduta sbattendo la testa allo spigolo del camino.
L’accusa sostiene invece che si sia trattato di un omicidio volontario, per motivi di danaro legati ai numerosi debiti di Stazzi. Maria Teresa Dell’Unto, infatti, in più di un’occasione gli avrebbe fatto dei prestiti, ma quel giorno era decisa a tirarsi fuori da quella situazione di sudditanza psicologica ed economica che l’uomo esercitava su di lei.
Per dimostrare questa tesi, l’accusa sottolinea anche come l’uomo, dopo la scomparsa della donna, abbia cercato in tutti i modi di allontanare da sé i sospetti, mettendo in atto anche numerosi depistaggi per far credere a un allontanamento volontario. Inoltre viene data testimonianza dei numerosi debiti contratti dallo Stazzi e non saldati o saldati con difficoltà.
La Corte d’Assise accoglie la tesi dell’accusa, condannando l’uomo a 24 anni per omicidio volontario. Prescritta invece l’accusa per occultamento di cadavere, per cui l’accusa aveva chiesto altri 6 anni.
Stazzi è sospettato di aver ucciso, tra il gennaio e l’ottobre 2009, almeno 7 anziani – 5 uomini e due donne – nella casa di riposo Villa Alex di Sant’Angelo Romano dove lavorava come infermiere. Per questa accusa affronterà un altro processo che sarà oggetto di nuove puntate di Un giorno in pretura.
Fonte: sito web crimeblog.it