Ieri si è tenuta la fatidica riunione del Consiglio Comunale nella quale doveva essere approvato il recupero urbanistico di diversi nuclei di abitazioni abusive sorte nel territorio comunale.
Ne è scaturita una situazione drammatica, con l’8% del territorio interessato e praticamente tutta la maggioranza coinvolta, passando per consiglieri di opposizione che sollevano grandi dubbi sulla validità del progetto e poi consegnano una dichiarazione di voto favorevole, fino al sindaco che dichiara apertamente che chi commette un reato non va punito, ma va consentito anche agli altri di fare lo stesso…
Ecco un resoconto un pò più dettagliato in attesa di un comunicato dell’opposizione.
L’apertura è stata del vicesindaco Claudio Carolini che ha poi lasciato la parola all’opposizione.
Il primo intervento è stato di Giulio Verdirosi ed Elena Campini che hanno posto alcuni quesiti ed hanno espressamente richiesto il rispetto di una legge che prevede l’astenzione dalle votazioni delle persone che hanno interessi specifici rispetto al provvedimento in discussione, richiesta alla quale ha risposto il segretario comunale il quale ha ricordato che la legge prevedeva l’incompatibilità di portatori di interessi specifici fino al quarto grado di parentela.
Dopo brevissimo tempo i due consiglieri di opposizione richiedevano di mettere agli atti un documento, lasciando subito dopo il tavolo perché, secondo loro, la documentazione relativa al punto in discussione era carente e consegnata troppo a ridosso della discussione impedendo, di fatto, la possibilità di un adeguato studio della stessa.
E qui c’è il primo “scivolone” dell’amministrazione (nella persona del sindaco…) che, cercando di trattenere al tavolo i due consiglieri, “ricordava” loro che forse anche qualche componente della lista con la quale si erano presentati aveva problemi simili a quelli in discussione.
Dopo i consiglieri Campini e Verdirosi, prende la parola il consigliere di opposizione Ciro Quindici il quale elenca una serie di questioni, due della quali abbastanza importanti come ad esempio la situazione relativa ad un presunto abuso edilizio del vicesindaco Carolini e una condivisibile osservazione sugli effetti collaterali di questo piano, in particolare sullo spopolamento del centro storico del paese a vantaggio delle periferie. Incomprensibilmente il consigliere Quindici, dopo aver richiesto la messa agli atti del suo documento, ha consegnato un dichiarazione di voto favorevole al piano presentato dalla maggioranza.
La discussione proseguiva tra spiegazioni techiche e richieste verbali di chiarimenti del consigliere di opposizione Angelo Gabrielli fino alla chiusura “in bellezza” delle discussioni prima della dichiarazione di voto.
La dichiarazione di chiusura, peraltro già introdotta dal vicesindaco Carolini, è stata del sindaco il quale, parlando di giustizia sociale, asseriva che bisognava consentire a chi non aveva commesso abusi, di avere anche questo la possibilità di costruire.
Facendo un discorso quindi di principio, secondo il sindaco di Sant’Angelo Romano, se una persona commette un reato non va punita ma bisogna consentire anche ad altri di fare lo stesso. Non stiamo parlando di un analfabeta, ma dell’avvocato Martina Domenici.
Ma la cosa più incredibile succede alla fine, quando iniziano le votazioni perché, non essendo state fatte per l’intero provvedimento ma per singolo lotto, hanno messo in luce l’intreccio di coinvolgimenti diretti o indiretti, generando l’allontanamento a rotazione di tutti i membri della maggioranza (come previsto in modo lungimirante da Campini e Verdirosi che avevano all’inizio richiamato l’attenzione del Consiglio sulla famosa norma sopra citata).
Paradossalmente se la votazione fosse stata fatta sul provvediemento complessivo sarebbe rimasta in aula solo l’opposizione.