Quale sviluppo per il nostro territorio?

Riceviamo e pubblichiamo

Con l’approvazione in consiglio della Valutazione Ambientale è finito l’iter procedurale per la presentazione della variante Speciale di recupero dei nuclei sorti spontaneamente. La vicenda ci impone un ragionamento su quale possa essere il futuro per il nostro territorio.

In sintesi le posizioni in campo in materia urbanistica sono tre.

La prima, appoggiata soprattutto dalle associazioni ambientaliste, sostiene una futura Variante Generale del PRG prendendo il riferimento di quanto stabilito dall’ultima in vigore, e cioè quella che partiva dalla presenza di meno di tremila abitanti. In vent’anni quindi questa Variante prevedrebbe un aumento sotto i 900 abitanti lasciando alle amministrazioni future dividere quanto spettante al recupero delle aree abusive e quanto rimanente per lo sviluppo urbanistico ex novo del territorio. Il limite di questa teoria sta nel non considerare che il vecchio PRG doveva valere per venti anni quando invece ne sono passati quasi trenta, quindi lo stato di fatto ha oramai superato le previsioni di partenza.

La seconda teoria è quella di dare luce alla Variante Generale considerando il parametro attuale e non quello del vecchio PRG. Ciò porterebbe ad un incremento, in venti anni, di 1500 abitanti lasciando sempre in capo alle Amministrazioni la decisione dello splittamento delle nuove volumetrie tra recupero dell’esistente e nuovi insediamenti urbanizzati. Questa sembra essere la soluzione più equilibrata malgrado la forzatura iniziale , quella cioè di utilizzare un parametro che più che consentito sarebbe “tollerato”.

L’Amministrazione comunale vigente infine sostiene la terza via di sviluppo, quella decisamente più aggressiva. Non parte dalla Variante Generale ma da quella di recupero con la pretesa di farsi approvare dalla Regione volumetrie al di fuori dal PRG pari a circa 1000 abitanti. In seguito dare il via ad una nuova Variante Generale che preveda lo sviluppo prendendo come parametro l’intera volumetria esistente , ossia i 5000 abitanti attuali più i mille previsti dalla Variante Speciale per uno sviluppo abitativo totale pari a 2800 abitanti!!!

Molte le perplessità di tale teoria, innanzitutto il mancato riferimento a norme che superino l’articolo 6 lettera E della legge che disciplina la Variante Speciale (28/80), che impone ai comuni di utilizzare la volumetria in dotazione al PRG vigente e che quindi renderebbe vano il tentativo di invertire le priorità dei Piani Urbanistici. Inoltre paradossale sembrerebbe l’uso dei 1000 abitanti approvati in gentile concessione dalla Regione, sarebbero messi a parametro due volte, la prima come nuova volumetria, la seconda come corpo da cui estrarre la percentuale futura di sviluppo del nuovo PRG.

Se ci mettiamo anche il carico da undici di una Valutazione Ambientale Strategica fatta dopo il Piano di Recupero e non prima come era logico, recependo “a voce” le raccomandazioni della Regione senza metterle nero su bianco sul Piano Urbanistico, ipotizzeremmo tempi biblici per cavare il cosiddetto ragno dal buco. Staremo a vedere cosa succederà, chi vorrà fare politica a Sant’Angelo o continuare a farla, dovrà seguire l’evoluzione del Piano cogliendo le valutazioni della Regione come fattivamente eseguibili e non come mero spot elettorale ad uso dei soliti noti.

Lorenzo Mariani