Anche quest’anno una rappresentanza di donne in costume tradizionale santangelese (‘a ‘nnèlla), ha sfilato per le vie di Montecelio in occasione dei festeggiamenti di S. Michele Arcangelo, che ha visto svolgersi nella mattinata di domenica 29 settembre la famosa sfilata delle vunnèlle (vunnèlla è il nome del costume tradizionale femminile di Montecelio), come sempre molto partecipata.
A Montecelio, infatti, il costume tradizionale è un elemento di punta della cultura e delle tradizioni locali, tanto che, allo scopo di tutelare e valorizzare le tradizioni locali e il dialetto è nata un’apposita associazione, denominata Associazione culturale “La Vunnella”.
La collaborazione con l’Associazione è iniziata lo scorso anno quando, grazie soprattutto alle interviste fatte da Maria Bellini alle donne più anziane del paese, sono state raccolte e messe insieme per la prima volta numerose informazioni sul costume tradizionale santangelese, insieme a diverse vecchissime foto di donne santangelesi con gli abiti tradizionali. Ed è stata, anche quest’anno, la stessa Maria Bellini a prendere contatti con le ragazze santangelesi potenzialmente interessate e a mettere insieme il gruppo che avrebbe preso parte alla sfilata pomeridiana di donne in costume tradizionale, alla quale hanno partecipato, oltre alle vunnèlle monticellesi e alle ‘nnèlle santangelesi, anche gruppi in costume di Marcellina, Palombara Sabina e Genzano. Tuttavia, rispetto allo scorso anno, in cui sono state appena quattro le ragazze santangelesi partecipanti, il loro numero è più che raddoppiato. Quest’anno infatti hanno indossato ‘a nnèlla Sonia Bernardini, Miriana Bragalone, Federica Chini, Tudina Cornacchia, Erika D’Antoni, Alessia Domenici, Monica Giardini, Antonella Panichi e Matilde Roberti.
Il costume santangelese, normalmente utilizzato ancora nella prima metà del ‘900, era completamente scomparso nel corso della seconda metà del secolo ed è, per così dire, risorto, con la nascita del Gruppo folkloristico “Monte Patulo”, fondato nel 1977 dallo storico locale Agostino Croce. Solo negli anni successivi un certo numero di donne santangelesi ha ripreso ad indossare il costume tradizionale per partecipare alle processioni dei santi patroni del paese, San Michele e Santa Liberata.
Il recupero dei valori e delle tradizioni locali è di fondamentale importanza per un paese con una storia millenaria. Questo consente, infatti, non soltanto di mantenere viva la propria cultura e le proprie tradizioni, evitando che queste si perdano nelle nebbie della globalizzazione, ma consente, soprattutto, di mantenere la propria identità culturale, quella che distingue un paese da un altro e consente di riconoscersi come membri della stessa comunità.
Marco Giardini