Questo è lo scenario che si è presentato stamattina agli occhi di chi è passato per primo nei pressi del palazzo comunale. Proprio ieri avevamo parlato, tra le altre cose, di questi vasi.
Ma quest’ultimo atto non è altro che la punta dell’iceberg, perché in tutto il paese si susseguono episodi simili.
Presso il parco urbano dove ha sede il Monumento ai Caduti, sono mesi che gruppi di ragazzini annoiati distruggono ogni cosa: sono stati divelti tutti i lampioncini, le panchine sono state staccate dai supporti che le tenevano ancorate a terra e spostate in un altro punto (per poi essere abbandonate, forse per il semplice fatto che non arrivano neanche a capire che senza supporti le panchine non rimangono in piedi). E poi tanti altri piccoli episodi, come la rottura delle catene che delimitavano il monumento vero e proprio o la rottura delle lastre di travertino che riparano dalle inteperie il muro perimetrale del parco.
L’unica differenza tra questo ed altri atti vandalici è il luogo: le fioriere intorno al palazzo comunale, punto nevralgico del centro storico, sono il biglietto da visita del paese, essendone il punto di arrivo o di passaggio obbligato anche per un eventuale visitatore.
Di certo però la distruzione in atto presso il Monumento ai Caduti è ben più grave per costi economici e rischi per la sicurezza personale connessi (panchine non stabili e fili elettrici scoperti dell’impianto di illuminazione). L’erogazione di energia elettrica riteniamo sia stata interrotta, ma rimane comunque il problema della scarsa illuminazione che rende questi bambini i padroni incontrastati di questo piccolo parco.
Tempo fa, un giudice del tribunale di Tivoli aveva condannato alcuni ragazzi, colpevoli di atti di vandalismo presso il cimitero di Guidonia Montecelio, a lavorare presso il cimitero stesso. Forse sarebbe una buona idea fare altrettanto con questi bambini annoiati. Potrebbero annaffiare le piante per tutta l’estate e tenere pulito il parco e la piazza principale di Sant’Angelo Romano, tanto per capire che è molto più difficile e faticoso costruire che distruggere.
L’amministrazione comunale dovrebbe denunciare l’accaduto e portare le registrazioni delle telecamere di sorveglianza alle Forze dell’ordine e pretendere una pena rieducativa come quella comminata ai ragazzi di Guidonia dal giudice del tribunale di Tivoli.