Caso Uni Land: ora spunta pure il gemello Chiappini
Sono trascorsi poco più di due mesi da quando, lo scorso 29 dicembre, il prof. Massimo Chiappini e la Uni Land S.p.A. di Bologna “hanno firmato un preliminare notarile trascritto relativo al trasferimento del 100% della proprietà dei terreni e dei diritti attivi e passivi relativi all’Eredità Anna Maria Borghese siti a Nord-Est del comune di Roma”, che si scopre che in realtà non avevano pieno diritto per farlo. E questo perché, con un colpo di scena degno delle migliori soap opera, salta fuori niente di meno che… il fratello gemello del prof. Chiappini, l’arch. Sandro, a vantare, giustamente, i suoi diritti di coerede.
La notizia dell’esistenza di un altro erede, scoperta con preoccupante ritardo da Uni Land e non rilevata dal prof. Chiappini, che doveva soffrire di serie amnesie, è venuta fuori perché la Consob (Commissione Nazionale per le Società e la Borsa) ha voluto vederci più chiaro sulla questione dell’eredità Borghese ed ha preteso dalla S.p.A. bolognese maggiori informazioni, sia per sé che per il mercato. I legali della Uni Land, infatti, temendo un “grave danno” per la società, si erano in un primo momento opposti alla divulgazione di questo “particolare”. Così, con comunicato stampa del 20 febbraio 2008 apprendiamo che l’ing. Alberto Mezzani, socio di riferimento nonché A. D. di Uni Land, “ha acquisito in proprio (e pertanto non per il tramite di Uni Land S.p.A. ovvero di alcuna sua società controllata) un’opzione per il subentro – nella posizione contrattuale di promittente acquirente – in un contratto preliminare di compravendita stipulato nel mese di dicembre 2007 tra l’arch. Sandro Chiappini ed una società terza, avente ad oggetto la cessione – per un corrispettivo complessivo di euro 6 milioni – dei diritti reali che lo stesso arch. Chiappini risulterebbe vantare in relazione ai beni della c.d. eredità Borghese”. Quindi, nello stesso periodo in cui il prof. Chiappini si vendeva il 100% dell’eredità ad Uni Land S.p.A., l’obliato gemello faceva lo stesso con un’altra società. E questo è costato ad Uni Land ben altri 6 milioni di euro.
Tra gli altri elementi che Uni Land è stata costretta a comunicare al mercato su richiesta della Consob, troviamo anche i dati relativi ai presunti metri quadri di terreni posseduti nel comune di Guidonia. “Ciò fermo restando”, prosegue il comunicato Uni Land, stavolta con maggiore prudenza, “la possibilità di rivedere tali pattuizioni in relazione all’esito delle verifiche legali in corso”.
Rita Lorrai
Fonte: settimanale gratuito Dentro Magazine del 7 marzo 2008 – pag. 4