Il Comitato Cittadino per il Risanamento Ambientale di Guidonia Montecelio con un comunicato stampa lancia l’allarme sul “nuovo” piano rifiuti. A breve questo problema riguarderà anche noi.
Questa e’ una sintesi di cosa prevede il piano.
Da notare che a Guidonia è previsto:
- nuovo invaso di discarica anche per Guidonia che passerà da 50 mila metri cubi a 380 mila;
- impianto di preselezione e riduzione volumetrica di rsu e produzione di CDR per 140 mila tonnellate annue;
- nel periodo intercorrente prima della messa in esercizio degli inceneritori previsti sono state previste soluzioni di stoccaggio o co-combustione presso impianti esistenti non dedicati come cementifici etc. per il cdr prodotto in sovrapiù (563 mila tonnellate annue)
- percentuale della raccolta differenziata abbassata e prolungata
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COMUNICATO STAMPA
CONTRO IL PIANO REGIONALE RIFIUTI E GLI IMPIANTI A GUIDONIA
Nel ribadire che, ancora una volta, i cittadini, le associazioni e i comitati sono molto più sensibili e responsabili delle Amministrazioni chiamate a governarli, il Comitato per il Risanamento Ambientale di Guidonia (CRA) denuncia pubblicamente i comportamenti negativi, contraddittori e pericolosi della Regione Lazio e del Comune di Guidonia Montecelio sulla questione rifiuti.
Il nuovo Piano regionale, presentato da Marrazzo il 24 giugno, vede al suo interno la proliferazione di impianti per l’incenerimento o per il trattamento dei rifiuti, da ubicarsi laddove le Amministrazioni comunali hanno dato “responsabilmente” disponibilità: RomaMalagrotta, AlbanoCecchina, Colleferro, Guidonia ecc.
L’Amministrazione di Guidonia Montecelio ha fatto ufficialmente sapere che il proprio territorio è a disposizione per costruirvi un impianto per il trattamento meccanicobiologico per rifiuti solidi urbani indifferenziati (che produce FOS, CDR e vuole una discarica di servizio in loco), non all’Inviolata ma indicando, in alternativa, altri due siti in territorio di un comune vicino (con ogni probabilità, Tivoli e Roma).
Il CRA ribadisce invece la propria opposizione a qualsiasi tipo di impianto di trattamento dei rifiuti che produca inquinamento e combustibile per inceneritori e/o cementifici, nel comune guidoniano o in altri comuni. Tale diniego nasce dalla considerazione che non esistono rifiuti ma solo oggetti da riciclare. A questo principio dovrebbero adeguarsi non solo i cittadini (già sensibili e pronti peraltro alla raccolta differenziata), ma soprattutto gli amministratori pubblici, il mondo industriale e quello del commercio.
Continuare a produrre oggetti non riciclabili causa danni economici e sociali enormi alla società, inquina irreparabilmente aria, terra ed acque e provoca patologie anche gravi. Adeguare tutto il sistema alla riduzione dei consumi, alla produzione di oggetti riusabili e riciclabili, alla differenziazione non è poi così difficile. Il problema è che il mondo industriale ha come unico fine il profitto individuale immediato e che gli amministratori pubblici ne sono completamente succubi.
Il CRA denuncia e lotta contro questi irresponsabili atteggiamenti e promuove invece comportamenti responsabili collettivi ed individuali, come la raccolta differenziata domiciliare estesa a tutti i territori e a tutte le popolazioni, l’informazione sull’inquinamento e la salute, il rispetto per l’ambiente.
CRA Guidonia
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SINTESI PIANO INTEGRATIVO RIFIUTI REGIONE LAZIO
(tratto da Agenzia di Stampa Omniroma)
Circa diciassette milioni di tonnellate di rifiuti previsti in produzione dal 2008 al 2012 in tutta la Regione Lazio. Parte da qui il piano elaborato dall’ufficio del commissariamento per l’emergenza rifiuti nel Lazio, per “il superamento della fase emergenziale iniziata il 19 febbraio del 1999” e che si avvia a concludersi il 30 giugno prossimo. Piano che, secondo quanto si apprende, il commissario straordinario per l’emergenza rifiuti nel Lazio e presidente della regione, Piero Marrazzo, sottoscriverà questo pomeriggio prima di sottoporlo all’attenzione del consiglio regionale previsto domani alla Pisana.
Circa 17 milioni di tonnellate di rifiuti prodotti nei prossimi cinque anni che dovranno essere recepiti, trattati e smaltiti nelle strutture già esistenti o in quelle, programmate in realizzazione e apertura dalla regione Lazio per evitare la situazione Campania. “Una parte di questi rifiuti – si legge nelle linee guida del piano regionale – sarà recuperata attraverso la raccolta differenziata; una parte avviata presso gli impianti di trattamento meccanico biologico e la restante avviata in discarica”.
Premesso ciò, il piano regionale entra nel dettaglio. Obiettivo della raccolta differenziata nel Lazio resta il raggiungimento del 44,50% nel 2012 (ndr numeri netti), con un trend che prevede il raggiungimento del 17,80% nel 2008; 24,03% nel 2009; 31,15% nel 2010 e 35,60% nel 2011. Il tutto per un totale di rifiuti solidi urbani differenziati di 5.176.394 tonnellate. Quattro in tutto gli “impianti previsti nel piano da autorizzare per il trattamento meccanico biologico dei rifiuti: a Bracciano impianto di preselezione e riduzione volumetrica di rifiuti solidi urbani (rsu) e produzione di CDR (combustibile da rifiuto) per 100 mila tonnellate annue; a Colleferro impianto di preselezione e riduzione volumetrica dei rifiuti e produzione di CDR per 100 mila tonnellate annue; a Latina impianto di preselezione e riduzione volumetrica di RSU e produzione di CDR per 135 mila tonnellate annue; a Guidonia impianto di preselezione e riduzione volumetrica di rsu e produzione di CDR per 140 mila tonnellate annue”. Tali impianti, che si aggiungono agli 8 già esistenti: Colfelice; Cecchina di Albano Laziale, Roma (Malagrotta 1 e 2 , Roccacencia, Salaria) e Viterbo, potrebbero “essere affiancati anche da un ulteriore impianto sito in Paliano – specifica il piano regionale – attualmente utilizzato per riprocessare la frazione secca proveniente dall’impianto di Colfelice”. Il tutto per una capacità di trattamento totale dei rifiuti solidi urbani di 2.015.000 tonnellate all’anno.
“Gli impianti previsti dal piano degli interventi di emergenza non risultano però – prosegue la regione Lazio nel piano rifiuti – sufficienti a garantire a regime il trattamento di tutti i rifiuti prodotti”. Originando così “un deficit al 2012 di 211.170,36 tonnellate annue di rifiuti. Deficit che registra nella città di Roma, Latina, Civitavecchia e Colleferro” per i quali il piano prevede l’attuazione di ulteriori impianti per la produzione di FOS (frazione organica stabilizzata) o l’ampliamento degli impianti già esistenti quali Roma, Colleferro e Latina. “Per quanto attiene invece il deficit registrato per Civitavecchia – prosegue il piano – si evidenzia che l’amministrazione comunale ha manifestato il proprio interesse a realizzare uno specifico impianto all’interno del proprio territorio. Si segnala, infine la possibilità di realizzare un impianto di trattamento meccanico biologico nel comune di Rieti al fine di ridurre la movimentazione dei rifiuti verso la discarica di Viterbo”.
E dagli impianti per la produzione di CDR (combustibile da rifiuto) e FOS (frazione organica stabilizzata) il piano passa poi a individuare l’offerta impiantistica regionale, “esistente e prevista” per la termovalorizzazione dei rifiuti. Offerta di impianti che con l’integrazione del piano regionale che domani il presidente Marrazzo sottoporrà all’attenzione del consiglio regionale è composta di 4 termovalorizzatori: S. Vittore, Colleferro, Malagrotta (gassificatore) e Albano (Cecchina, per il quale è in corso la fase istruttoria). Il tutto per 8 linee dedicate al recupero energetico del cdr, 2 linee a termovalorizzatore (2 per il gassificatore di Malagrotta, 2 per il nuovo termovalorizzatore di Albano, 2 per il termovalorizzatore di Colleferro già esistenti, e 2, in seguito al predisposto raddoppio, per il termovalorizzatore di S. Vittore). “Offerta – spiega il piano regionale -che entrerà a regime secondo un preciso cronoprogramma: Colleferro e San Vittore una linea già in funzione; Malagrotta prima linea inizio attività prevista per fine 2008, la seconda in funzione a giugno 2009; San Vittore, seconda linea inizio attività previsto a giugno 2011”. Il raggiungimento della fase a pieno regime dei termovalorizzatori è previsto invece per giugno 2011. “La maggiore offerta di termovalorizzazione a regime – prosegue inoltre l’integrazione al piano regionale – è da considerarsi come elemento di salvaguardia dell’intero sistema, dovendo comunque garantire le azioni di manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti.
Nel periodo intercorrente prima della messa in esercizio degli impianti previsti – precisa il piano – si rende necessario trovare soluzioni di stoccaggio o co-combustione presso impianti esistenti non dedicati come cementifici etc. per il cdr prodotto in sovrapiù (563 mila tonnellate annue). CDR che in fase successiva potrà, in minima parte, essere avviato negli impianti esistenti compensando la maggiore offerta di termovalorizzazione”.
Ai quattro impianti per la termovalorizzazione del CDR (combustibile da rifiuti) si aggiungono poi i termovalorizzatori utilizzati per lo smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi, quali: il termovalorizzatore di Ponte Malnome per rifiuti ospedalieri con procedimento di Via (valutazione di impatto ambientale) in corso; il termovalorizzatore di Anagni adibito alla termodistruzione di rifiuti speciali non pericolosi con via espletata. il termovalorizzatore di Sermoneta (Latina) a servizio dello stabilimento di Sermoneta e l’impianto di Patrica a servizio dei reflui chimici prodotti dallo stabilmento della società Chemi spa.
Quanto alle discariche invece il piano regionale precisa: “nella fase 2008 – 2011 risulta necessario prevedere un ampliamento delle discariche al fine di consentire lo smaltimento di 5.674.000 tonnellate di rifiuti”. Ampliamenti in vista dunque per la discarica di Bracciano che passerà da 25mila metri cubi esistenti a 329 mila con possibilità di ulteriore estensione fino a 1.200.000 metri cubi; Viterbo (Ecologia Viterbo) che passerà da 130 mila metri cubi a 850 mia con possibilità di estensione ulteriore fino a 1.500.000 metri cubi; Albano Laziale (Cecchina) da 100 mila a 500 mila metri cubi; Latina (Borgo Montello) per la quale è previsto la realizzazione di un nuovo invaso che porterà da 70 mila a 400 mila metri cubi la discarica esistente e la realizzazione di un nuovo bacino di discarica con aumento delle volumetrie da 160 mila metri cubi a 700 mila. Nuovo invaso di discarica anche per Guidonia che passerà da 50 mila metri cubi a 380 mila; ampliamento per 96 mila metri cubi di volumetrie per la discarica di Ponte Galeria; Piano di riordino della discarica di Colleferro (Colle Fagiolara) che aumenterà la capienza dell’attuale discarica da 50 mila metri cubi a ben 1.500.000. Seguono poi ampliamenti di discarica per: Civitavecchia (fosso del Crepacuore) che passerà da 85 mila a 288 mila metri cubi di volumetrie ai quali si aggiungerà anche una discarica a servizio dell’impianto di trattamento rifiuti (compostaggio e pirolisi) da 725.400 metri cubi. Aumento di volumetrie anche per le discarica di Cerreto Roccasecca che passerà da 700 mila metri cubi a 2 milioni con nuova discarica per ceneri inerti annessa da 150 mila metri cubi. Quattro in tutto nel Lazio, le discariche “adibite ai rifiuti pericolosi o monodedicate”: Gavignano, Pomezia, Roma e Civitavecchia. Per tutte, è previsto un piano di adeguamento, con una novità relativa alla discarica di Civitavecchia dettata dalla “necessità – spiega il piano regionale – di una discarica per rifiuti pericolosi dove smaltire le ceneri prodotte dai termovalorizzatori”. E a tal proposito la regione specifica: “si rappresenta che nel Lazio è già presente una discarica per rifiuti perisolosi a servizio delle centrali elettriche di Civitavecchia e Montalto di Castro (Mario Guerrucci sas, discarica di cava della Legnaia ndc) che con opportuni accorgimenti potrebbe essere utilizzata a tal fine”.