Comunicato stampa (clicca per il download)
A Sant’Angelo Romano va ancora di moda
IL BALLO DEL MATTONE
Il Consiglio comunale di Sant’Angelo Romano ha adottato, con voto unanime del 9 aprile scorso, una delibera che intende rilanciare sul territorio l’attività edilizia, “vero ed unico motore di sviluppo” del piccolo centro a nord-est di Roma. L’occasione è data dall’approvazione, nel luglio 2017, di una controversa legge regionale, la n.7, con cui si dettano “Disposizioni per la rigenerazione urbana e per il recupero edilizio”.
Da circa vent’anni le diverse Amministrazioni comunali santangelesi tentano di dare continuità ad una sorta di “assalto” alle aree agricole residue, concedendo in modo illegittimo autorizzazioni edilizie, sanando costruzioni non sanabili, modificando la destinazione d’uso di alcuni suoli, aggredendo aree sottoposte a vincolo paesaggistico o archeologico, in un ritmo di concessioni talmente vorticoso da aver interessato, negli ultimi anni, la Procura della Repubblica di Tivoli.
Il recente tentativo di dare tardiva applicazione su ampie fette di territorio comunale alla vecchia legge regionale n.28/80, pare non aver dato frutti ed allora, con una nuova virata dei fautori dello “sviluppo a senso unico” (l’edilizia), si coglie al balzo l’occasione data dalla nuova legge regionale del 2017, che, sotto le contraddittorie direttive neoecologiste (“limitare il consumo di suolo”, “rispettare standard di sostenibilità ambientale”, premialità e compensazioni in caso di utilizzo di energie rinnovabili e di mantenimento di permeabilità dei suoli ecc.), di fatto permette un nuovo rilancio dell’edilizia stessa, ben oltre il già nefasto “Piano casa”.
La votazione prodotta da un unanime Consiglio comunale dimostra che a Sant’Angelo Romano è ancora ben radicata la “monocultura basata sul mattone” e cavalcata da un’Amministrazione municipale che, al contrario, si disinteressa di tutto ciò che dal punto di vista storico, ambientale, culturale in senso lato possa dare al territorio qualità dell’offerta turisticoricettiva, lavoro stabile (e non solo legato all’edificazione di qualche casetta a schiera o di servizi da “città” a chi sceglie di vivere in “campagna”), rispetto delle peculiarità dell’area (riconosciuta come centrale dalla Rete ecologica provinciale e dal PTPR).
E vogliamo qui ricordare, ancora una volta, i numerosi problemi irrisolti quali la gestione del castello Orsini-Cesi e del suo Museo preistorico (chiusi al pubblico da un anno), la carenza di servizi di adduzione fognaria per aree urbanizzate importanti (Ponte delle Tavole ecc.), una risibile raccolta differenziata dei rifiuti urbani, l’abbandono al degrado di un’area di pregio come quella del Pozzo del Merro, la mancanza di un piano di gestione per l’arredo urbano del Centro storico, l’assenza di una biblioteca comunale e via dicendo.
Invece di aprire un confronto con la cittadinanza su queste attività di riqualificazione culturale ed ambientale, il Consiglio comunale e la presente Amministrazione preferiscono sposare l’opzione del mattone, un affare per pochi, un nuovo insulto alla sensibilità di molti.
Associazione “Sant’Angelo Romano – Economia e Territorio”
Comitato per il Risanamento Ambientale
Italia Nostra – Sezione Aniene e Monti Lucretili
Vittorio Emiliani – Comitato per la Bellezza
Vezio De Lucia – Associazione Bianchi Bandinelli
Italia Nostra – Lazio
CieloBuio – Coordinamento per la protezione del cielo notturno
Cristiana Mancinelli Scotti – Salviamo il Paesaggio – Roma e Lazio
Paolo Berdini
Valeria Grilli – presidente regionale FAI Lazio
Fulco Pratesi – presidente onorario WWF Italia
Associazione culturale “Comitato promotore del Parco archeologico-ambientale
dell’antica cava del Barco, dell’area dei travertini e delle Acque Albule”